A guardarlo non è altro che un piccolo batuffolo di pelo arruffato marrone e grigio, con il musetto da orsacchiotto e le orecchie all'ingiù. Ma dietro tre chili di apparente tenerezza si nasconde un demonio. Un violento hooligan assetato di stinchi. Un pazzo sanguinario di 13 anni che ai croccantini di pollo preferisce la carne di uomo. E così un magistrato di Aspen, in Colorado, ha messo in esilio, «per cattiva condotta», Gizmo, un minuscolo cagnolino di razza pomerania. Brooke Peterson, questo il nome del giudice municipale, ha deciso che l'incontenibile quadrupede dovrà passare il resto della vita fuori città, confinato a casa di un amico della sua padrona. Altrimenti cadrà su di lui nientemeno che la condanna alla pena capitale. «La peggiore decisione che come giudice possa prendere è condannare un animale all'esilio o all'eutanasia - si è giustificato -, ma ho a che fare con questo cane dal 2006, e la mia pazienza è finita».
Tutto comincia tre anni fa, appunto, quando il cagnetto inizia a dare segni di eccessiva vivacità mordendo un ignaro passante per le vie della nota località sciistica statunitense. Nel febbraio 2009 Gizmo reitera il «reato»: il giudice ordina alla sua padrona, Melinda Goldrich, di tenerlo sempre sotto osservazione, anche quando è legato al guinzaglio. Ma il cane-bandito, per nulla intimidito dalle aule di tribunale, si scatena ancora una volta lo scorso 28 agosto, questa volta su un'impiegata del fitness club di Aspen, alla quale la sua padrona stava pagando il conto. Di fronte all'ennesima recidiva, il giudice non ha potuto far altro che internare per dieci giorni Gizmo in un canile e richiamare in tribunale la signora Goldrich, per poi enunciare il suo inappellabile verdetto: esilio per cattiva condotta.
Con clausola allegata: se Gizmo sarà trovato ancora in giro per le strade di Aspen, sarà immediatamente catturato e mandato a morte. A nulla è valsa la strenua difesa portata avanti dalla padrona, convinta del buon carattere della tenera creatura: «É tutta colpa mia - ha ammesso -, io voglio che sopravviva, che stia bene per il resto della vita». La scure della legge non ha avuto pietà. Come di fronte ai peggiori serial killer. E a lei, affranta per il destino del suo Gizmo, non ha lasciato altra strada se non quella di cercare un amico che possa prendersi cura della piccola «belva».
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