«Devono essere le autorità competenti del Malawi a giudicare sulla liceità o meno di questa procedura adottiva, considerando con estrema attenzione il superiore interesse del minore, così come previsto dalla Convenzione dell'Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, che il Paese ha ratificato», spiega al Giornale Filippo Ungaro, responsabile comunicazione di Save the Children Italia Onlus.
«Tuttavia, Save the Children ritiene che la migliore forma di supporto per i bambini che versano in situazioni di difficoltà in Malawi e in qualsiasi altro Paese, sia quella di sostenere lo sviluppo delle comunità locali, potenziando le infrastrutture e le opportunità economiche, educative e sanitarie», aggiunge Ungaro.
Save the Children lavora in Malawi dal 1983, e più specificatamente in 18 distretti su 28, supportando oltre 2 milioni tra bambini e adulti. Inoltre l'organizzazione è attivamente impegnata nella promozione di progetti di sostegno a distanza per comunità di bambini.
«Il governo malawaiano non ha seguito la legge - ha detto Boniface Mandere, un portavoce dellorganizzazione umanitaria Eye of the child -, ma la scorciatoia seguita è assolutamente inaccettabile».
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