La polemica sul ticket che tanti con serie ragioni giudicano inutile e vessatorio domina ormai il dibattito cittadino e oscura in parte temi vitali. Purtroppo a Milano non cè soltanto il problema delle polveri sottili, cè, assillante e macroscopico, il degrado ambientale e urbano dovuto alla criminalità diffusa ( per fortuna sta cadendo in disuso il termine «micro») che genera provoca insicurezza e sofferenza ai cittadini più deboli. I dati forniti dal Comune sono impressionanti: centomila immigrati clandestini, molti dei quali hanno superato il confine della legalità, e diecimila rom, i cui stili di vita e le cui tecniche di sopravvivenza troppo spesso contrastano con i canoni della civile convivenza. Se ne parla, si ravvede perfino una certa sinistra e Palazzo Marino è in prima linea con iniziative e proposte. Non dimentichiamo che proprio dal Comune di Milano è partita una vigorosa campagna per la sicurezza che è stata di modello per tante città grandi e piccole.
Ma nellordinamento italiano in materia di ordine pubblico e sicurezza gli enti locali possono fare poco, subiscono piuttosto la deriva generata dal lassismo e dallimprevidenza del potere centrale. Sì, la polizia municipale può fare un certo tipo di contravvenzioni per scoraggiare linvadenza della prostituzione in strada, ma sarebbe necessario che esecutivo e legislativo, prendendo atto delle nuove realtà, programmassero e agissero. Ma a Roma sembra esserci soltanto il vuoto pneumatico. Il governo non cè, agonizza e i «patti per la sicurezza» che ha firmato con Milano e altre città restano lettera morta.
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