RomaTelefonini e pigiate con la mano sinistra per rendere chiaro come si è votato. Il segreto dellurna in Aula sul caso Papa si sbriciola sotto i colpi dei mille escamotage per il proprio tornaconto partitico. «Se Papa si salva non è per colpa nostra e ve lo dimostriamo» è il ragionamento delle opposizioni e del Carroccio. Così, va a finire che quello che doveva restare nascosto è invece volutamente messo sotto i riflettori. Risultato: lonorevole Papa fila dritto in cella.
Il giorno dopo la decisione choc, però, il Pdl sindigna. «Ma il voto non doveva essere segreto?». E il dito viene puntato su Fini. Cosa ha fatto il presidente della Camera per impedire che la segretezza diventasse una buffonata? Nulla. Così, è partita la polemica. Uno dei più indignati è il deputato Amedeo Laboccetta: «Presenterò un esposto in Procura e al Csm perché si valuti se, ieri (mercoledì, ndr), vi siano state evidenti illegalità o irregolarità, o se siano stati commessi reati in questAula». E ancora: «Ieri Franceschini metteva in opera un raggiro, violava i regolamenti e il presidente della Camera glielo ha consentito. Chiedo che la presidenza autorizzi lannullamento della votazione». Tirati in ballo da mezzo Pdl, Franceschini e Fini hanno risposto piccati. Allunisono. Il primo sè difeso: «Il sistema deve garantire la segretezza del voto per chi vuole votare segretamente e se, nellambito di una votazione segreta, un singolo deputato vuole rendere palese il proprio voto, lo può fare».
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