Più alunni e meno insegnanti soprattutto al centro Nord. Lanno prossimo la scuola italiana dovrà adeguarsi ai tagli della Finanziaria che ha previsto la riduzione di 14 mila cattedre senza tener conto, però, che la popolazione scolastica crescerà di almeno 28 mila unità.
La già martoriata scuola italiana dovrà fare i conti con linnalzamento di 0,4 del rapporto alunni-classi che permetterà di costituire prime classi anche con 27-28 alunni (superando l'attuale limite di 25) e classi intermedie con 32 alunni (anziché gli attuali 30). In pratica, il caos è assicurato.
ll taglio più consistente sarà effettuato sulla scuola superiore e sulla scuola primaria (l'ex elementare): proprio dove l'incremento degli alunni sarà più maggiore. Secondo le previsioni elaborate dai tecnici di viale Trastevere la scuola elementare vedrà aumentare i bambini di circa 25 mila unità ma ad accoglierli ci saranno oltre 5 mila insegnanti in meno. Stessa cosa per la scuola superiore dove, a fronte di 14 mila studenti in più, si conteranno 6 mila cattedre in meno.
Il taglia e cuci del ministero di via XX settembre danneggerà soprattutto le regioni più produttive del paese. Da Roma in su le previsioni parlano di popolazione scolastica in crescita mentre al Sud, in regioni come Campania, Puglia, Sicilia, Calabria, gli allievi scarseggeranno sempre di più: un trend negativo che avanza ormai da anni. Nelle 10 regioni italiane del centronord, infatti, è previsto un incremento di 61 mila alunni, mentre il mezzogiorno perderà circa 30-35 mila studenti di ogni ordine e grado. Con i numeri rimangono confermate anche le motivazioni di questa inversione di tendenza: si va dal tasso di natalità, in calo nel mezzogiorno, all'assunzione di immigrati e giovani in cerca di lavoro che negli ultimi anni hanno trovato facile ospitalità nelle aziende, soprattutto del Nord-Est. La stabilità lavorativa nel settentrione è dunque tra le prime cause dell'incremento di studenti non italiani tra i nostri banchi di scuola.
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