Roma - Una volta decorata a cassettoni che riquadrano motivi geometrici non figurativi realizzati a mosaico con tessere di marmo policromo. Il tutto impreziosito ulteriormente da filari di conchiglie bianche e da un’aquila che spicca al centro della volta. È questa la prima immagine che viene restituita dell’ipotetico Lupercale dalla ricostruzione tridimensionale ottenuta dal laser scanner calato nella profondità di oltre sedici metri dopo il primo saggio della sonda. Una visione mozzafiato che è stata ottenuta dalla soprintendenza - che ancora non ha messo piede nella grotta - solo alla fine di luglio scorso e che oggi viene offerta alla stampa.
«Una vivacità policroma impressionante che sembra a prima vista un unicum nel complesso della Casa di Augusto», commenta l’archeologa Irene Iacopi che ha diretto lo scavo sul Palatino e che oggi ha affiancato il Ministro Rutelli nella presentazione della scoperta archeologica del Lupercale, il luogo dove la lupa avrebbe allattato Romolo e Remo, sulle pendici meridionali del Palatino, sotto la casa di Augusto. Con lei, il soprintendente archeologico Angelo Bottini, il professor Giorgio Croci curatore del supporto scientifico ai lavori di scavo sul Palatino e il noto archeologo Andrea Carandini.
Gli scavi vanno avanti «La grotta è ancora quasi interamente riempita di terra di riporto - dice Bottini - ma con la sonda siamo arrivati fino al pavimento che è di cocciopesto per approssimare le dimensioni di 7,5 metri d’altezza e 6 di diametro. La struttura ipogea, che ha le sembianze di un ninfeo, dove alle pareti abbiamo riconosciuto una nicchia, è alla base della collina, allo stesso livello del Circo Massimo, ed è stata inglobata in un complesso di strutture che l’hanno rispettata e decorata secondo la moda del tempo. Lo scavo sarà, quindi, complesso. Partiremo dall’alto per scendere verso il basso». «Dallo scavo, che coinvolgerà una struttura iniziale di circa 700 metri quadrati, ci aspettiamo di conoscere le connessioni tra il Lupercale, il luogo leggendario dove Romolo e Remo vennero raccolti dalla lupa, e il Tempio della Casa di Augusto che aveva l’ingresso monumentale su questo versante del colle».
Il mito di Roma Per dirla con Rutelli, si tratta del «mito più alto di Roma», citato dalle fonti letterarie e dalle stesse memorie di Augusto che alla fine del terzo decennio a.C. sceglieva la sua dimora sul Palatino trasformando il luogo legato al mito e inglobandolo nel complesso. «Lo stesso Augusto testimonia nelle sue memorie - dice l’archeologa Irene Iacopi - di aver restaurato e modificato il Lupercale».
Il santuario e il rito dei Lupercali «È una delle scoperte più clamorose - commenta Carandini - Noi ipotizzavamo il Lupercale sul versante occidentale del Palatino. È il più antico santuario in grotta. Una struttura probabilmente complessa, che può articolarsi in più ambienti visto che la tradizione letteraria parla di Lupercali. Sappiamo che Augusto si impossessa del mito di Romolo e Remo volendo costruire la sua casa sul Lupercale trasformandolo secondo il gusto dell’epoca. È un santuario frutto di diciassette secoli di storicizzazione, dodici prima di Cristo e cinque dopo. Scomparso probabilmente quando papa Gelasio nel V secolo tentò di bloccare questo rito pagano dei Lupercali».
La scoperta in un'area inesplorata Un ambiente che, come rivela Carandini «offrirà un’ulteriore sorpresa in loco». L’ambiente è stato individuato in un’area ancora inesplorata, a una profondità tale che la struttura geologica ne riconosce l’effettiva natura di grotta con infiltrazioni d’acqua, e le fonti letterarie parlano di una grotta con sorgenti d’acqua. «L’idea che il Lupercale fosse una grotta con sorgenti, poi solennizzata da Augusto, è qualcosa di più di una suggestione», avverte Rutelli.
Il febbraio 2008 Casa di Augusto riaperta al pubblico Le indagini rientrano in un programma di interventi urgenti sul Palatino che il ministero ha finanziato con 12 milioni di euro e che il 10
dicembre porteranno alla presentazione in conferenza stampa, che vedrà il ministro Rutelli al fianco del sindaco Walter Veltroni, del frutto del restauro della Casa di Augusto, che a febbraio 2008 riaprirà al pubblico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.