Trovato morto l’uomo che scoprì lo scandalo

Ecco il morto. Come in un buon giallo di Agatha Christie. Sean Hoare giace nella sua dimora in Langley Road, siamo a Watford che sarebbe trenta chilometri a nord ovest di Londra. A parte la squadra di football che fu di Elton John, da ieri mattina, ore 11 e 40 nostrane, Watford è tornata famosa in cronaca perché mister Hoare non è più.
Lo hanno trovato steso, stecchito, la polizia dell’Hertfordshire ha provveduto all’identificazione del cadavere, l’ambulanza ha trasportato il corpo all’ospedale, invano. La pioggia ha completato l’atmosfera del film. Ma dove sta la notizia? Sean Hoare lavorava per il Sun e per News of The World. Ho usato il tempo imperfetto perchè lo avevano fatto fuori da un anno, si era dimesso, gli avevano indicato la porta di uscita. C’erano state storie di droga, di alcool secondo repertorio classico anche tra i colleghi britannici. Ma c’era altro, roba pesante. Il suo vizietto era diventato un buon alibi per metterlo al muro e ritenere le sue accuse ridicole. Hoare aveva denunciato, per primo in Inghilterra, lo scandalo delle intercettazioni e aveva fatto un nome e un cognome: Andy Coulson, suo compagno di desk al Sun, prima che lo stesso Coulson salisse sull’astronave per diventare editor, direttore, del News Of The World e quindi responsabile della comunicazione di Cameron. Hoare aveva spiegato nei minimi dettagli la tattica, la strategia del gruppo, smascherando Coulson: «Gli facevo ascoltare i nastri, lui stesso mi chiedeva di intercettare. Poi ha negato perché è un bugiardo, un grande bugiardo». Hoare non si era limitato a coinvolgere Coulson ma aveva parlato anche delle mezzette passata alla polizia per utilizzare le loro tecnologie di intelligence e arrivare all’individuazione di persone e di luoghi: «Ogni quindici, trenta minuti sappiamo come si muovono e dove si muovono» queste erano state le sue parole nell’intervista concessa alla Bbc e poi al Guardian. La morte di Hoare non ha creato panico nel clan di Murdoch. La stessa polizia non ritiene che la scomparsa dell’ex reporter possa avere relazione con lo scandalo e portare dunque al sospetto di un omicidio ma le ultime esibizioni dei capi, sorry degli ex capi, di Scotland Yard consiglierebbe una certa prudenza nelle previsioni. Sean Hoare, secondo le voci di quartiere, sarebbe rimasto vittima della solita sbornia mista di vino, whisky e cocaina, la razione che aveva imparato a ingoiare seguendo le rock star, come ricordava lui divertendosi. Jack Daniel e cocaina a colazione, era il suo slogan,un sigaro e altra droga, una versione di Barney rivista e scorretta. Il suo medico gli aveva imposto di smetterla se voleva vivere ancora qualche anno continuando a battere sui tasti del computer e a inseguire le notizie dello showbusiness.
Il fegato era intossicato ma Sean, dopo la pugnalata del suo amico Andy Coulson che lo aveva licenziato in tronco, aveva deciso di mandare al diavolo il medico e il resto della comitiva di News of The World e di tutta la stampa inglese, vomitando miserie e verità. Ieri sera Sky News ha concesso a mister Hoare due minuti veloci di notizia. Un giornalista morto non è uno scoop.

La cosa che comunque distingue gli inglesi da noi italiani è il fatto che nessun politico, ministro, sottosegretario, portaborse è apparso in televisione per commentare la circostanza. Sean Hoare comunque ha finito di bere e di parlare.

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