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Truffa ai vip dei Parioli La Guzzanti: "Mi sono sentita un'imbecille"

Oggi in aula la comica è stata ascoltata, nella truffa dei Parioli ha perso 150 mila euro

Truffa ai vip dei Parioli La Guzzanti: "Mi sono sentita un'imbecille"

Sabina Guzzanti è stata ascoltata stamattina in Tribunale come testimone nel processo sulla truffa Parioli contro Gianfranco Lande.

Lande, ex capo della Egp Italia, è infatti accusato di aver ideato la famosa truffa, della portata di 170 milioni di euro, che ha coinvolto un migliaio di risparmiatori della "Roma bene", imprenditori, professionisti, vip e gente dello spettacolo, tra cui proprio l'attrice e comica.

"Da questa vicenda non ho avuto solo danni materiali per avere perso una buona parte del denaro investito, ma anche danni morali", dichiara la Guzzanti ai giudici, e continua: "E questo per aver avuto momenti di ansia per i risparmi andati in fumo, per l’angoscia conseguente alle perdite avute dai miei familiari che avevano fatto analoghi investimenti senza avere guadagnato nulla". La comica, nello sfogo, ha anche sostenuto di essersi "sentita un’imbecille".

La Guzzanti aveva cominciato a investire i suoi rispermi nella società Eim nel 1999, su consiglio della madre, che conosceva Roberto Torregiani, il procacciatore di investimenti finanziari per conto di Lande. "Mia madre conosceva Torregiani, nella società Eim aveva investito la liquidazione e mi aveva raccontato di essersi trovata bene - spiega l'attrice romana - la seguii sia per una ragione di convenienza economica sia perchè avevo la possibilità di avere i soldi nel giro di pochi giorni se ne avessi avuto bisogno". 

Complessivamente, la Guzzanti aveva investito circa 540mila euro, e alla fine ne ha persi 150 mila. L'attrice sperava di ricavare dagli investimenti una sorta di pensione, "un po' di denaro per portare avanti degli spettacoli o per girare dei documentari". E ha anche dichiarato di ignorare che "la Eim, facente capo a Torregiani ma collegata con Lande, non era autorizzata ad operare sul mercato".

In aula anche la testimonianza dell'attore e regista David Riondino: "In questa vicenda ho perso circa 450 mila euro, soldi messi da parte in circa 10 anni e che mi sarebbero serviti per realizzare progetti e qualche sogno". Nel 2009, con il passaggio alla società Egp, Riondino spiega che le cose cominciavano a complicarsi, e dichiara: "Ho deciso di avvalermi dello scudo fiscale sborsando altre 65 mila euro, e secondo Lande e soci, sulla carta il mio capitale era lievitato fino ad un milione e 300 mila euro".

"Inutile dire che quella cifra non l’ho mai incassata e ho perso tutto con il fallimento della società", conclude l'attore.

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