Tripoli Lesercito governativo libico avrebbe ricevuto lordine di ritirarsi dalle posizioni occupate attorno a Misurata, terza città del Paese sotto assedio da quasi due mesi: lo hanno confermato fonti della ribellione libica mentre dal Pentagono giunge la notizia dellentrata in azione dei primi droni, gli aerei teleguidati senza pilota. Nella notte e nelle prime ore di ieri forti esplosioni sono state avvertite a Tripoli, nei pressi del compound del leader libico Muammar Gheddafi.
Un possibile ritiro delle truppe del regime era stato ipotizzato già venerdì dal Ministero degli Esteri libico, con la condizione che la zona sarebbe stata affidata alle tribù locali, che di fatto hanno abbandonato la causa di Gheddafi. La situazione sul terreno tuttavia rimane ancora incerta: le vittime dei combattimenti di ieri sono almeno 25, secondo fonti ospedaliere che parlano anche di un centinaio di feriti.
Il significato del ritiro dei lealisti da Misurata è variamente interpretato. Cè chi ritiene che così Gheddafi potrà meglio concentrarsi sul fronte orientale, ma anche chi pensa che il ritiro segni linizio della fine per il raìs, che probabilmente combatterà a Tripoli la sua ultima sanguinosa battaglia. Resta in piedi anche lipotesi che si possa trattare dellennesimo annuncio non seguito da fatti.
Nel frattempo, il Dipartimento della Difesa statunitense ha reso noto che i «droni» dispiegati in Libia hanno effettuato le prime missioni di attacco al suolo. Il Pentagono ha specificato trattarsi di apparecchi di tipo «Predator», ma non ha fornito alcun dettaglio sugli obbiettivi delle missioni. I droni dotati di armi offensive - e dunque non in semplice configurazione da ricognizione - erano stati dispiegati in Libia giovedì scorso, dopo che Francia e Gran Bretgana avevano chiesto un maggior impegno degli altri Paesi membri della Nato nelle operazioni aeree di attacco al suolo.
A Tripoli, varie esplosioni sono state avvertite venerdì sera e ieri mattina presto dopo frenetici sorvoli della capitale da parte di aerei caccia della Nato, allindomani della visita del senatore americano John McCain a Bengasi, roccaforte dei ribelli libici.
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