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Tsunami, bilancio in salita Sono oltre 400 le vittime, si teme per i 300 dispersi

E' salito a 408 morti il bilancio dello tsunami che ha sommerso una decina di villaggi delle Isole Mentawai, nell’ovest dell’Indonesia. Ma si teme che le vittime possano essere più di 600

Tsunami, bilancio in salita 
Sono oltre 400 le vittime, 
si teme per i 300 dispersi

Giacarta - E' salito a 408 morti il bilancio dello tsunami che ha sommerso una decina di villaggi delle Isole Mentawai, nell’ovest dell’Indonesia. Ma 303 persone sono ancora considerate disperse e si teme che l vittime possano essere più di 600. Le ricerche sono rese difficili dall’isolamento dei villaggi di pescatori lungo le coste delle Mentawai, al largo di Sumatra. "E' probabile che i due terzi dei dispersi siano stati portati via dal mare", ha detto un responsabile locale. Il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono si è recato ieri sul posto per portare conforto ai sopravvissuti e sovrintendere all’arrivo di derrate alimentari, acqua e medicine. Quasi 13mila persone hanno trovato rifugio in campi di accoglienza dopo avere perso le loro abitazioni, secondo i servizi di soccorso.

Il timore per i dispersi Aumenta il timore per le centinaia di persone che ancora risultano disperse dopo lo tsunami che ha sommerso una decina di villaggi delle Isole Mentawai, nell’ovest dell’Indonesia. Al momento le vittime accertate sono 343, mentre il numero di coloro che risultano irrintracciabili si aggira sui 400. Il maltempo rallenta le ricerche anche se una nave carica di cibo, acqua e medicinali è riuscita ad arrivare nella zona del disastro. Il presidente dell’Indonesia, Susilo Bambang Yudhoyono, ha interrotto una visita ufficiale in Vietnam e ha potuto recarsi nelle zone sinistrate, dove ha incontrato i responsabili delle amministrazioni locali. Lo tsunami è stato causato da un terremoto di magnitudo 7,7 il cui epicentro è stato localizzato al largo dell’isola di Sumatra. Le onde avrebbero sommerso i villaggi costieri appena dieci minuti dopo il sisma.

Le autorità hanno ammesso che, a causa dei costi elevati, non tutta la linea di costa è stata attrezzata con il sistema di allarme per avvisare del rischio di tsunami. 

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