Ma non era la sinistra a dire che avrebbe tutelato di più la donna incrementando anche lofferta sociosanitaria a lei destinata? Perché i fatti, quando si tratta di misurarsi con le politiche di prevenzione, dicono il contrario. Il Lazio ne è lesempio perfetto. Basta riferirsi a uno degli ultimi atti licenziati dallassessorato alla Sanità che investe un tema così delicato come il tumore allutero: la Regione ha revocato ogni provvedimento che riguardi la campagna di vaccinazione gratuita contro il papilloma virus promossa dallo stesso ministero della Salute. E questo malgrado lAsl Roma G, in tempi brevissimi, si fosse adeguata alla linea di indirizzo del dicastero, avesse acquistato di fatto il farmaco e avviato le vaccinazioni. Una volontà stroncata sul nascere con una lettera partita dalla responsabile della segreteria dellassessore Augusto Battaglia, Betta Ramogida, e indirizzata a tutti i direttori generali delle Asl per bloccare liniziativa. Inevitabile che una scelta così beffarda abbia suscitato più di qualche attenzione. «Il papilloma virus provoca ogni anno 3.500 contagi e 1.500 decessi in Italia, 150 nel solo Lazio. Esiste un vaccino che previene il cancro e azzera la mortalità per tumore - spiega il vicepresidente della commissione Sanità Stefano De Lillo (Fi) che dinanzi alla vicenda parla di interruzione di pubblico servizio -. Sappiamo che lAsl Roma G si è attivata provvedendo a fornire il vaccino alle dodicenni gratuitamente e, alle altre fasce di età a prezzi contenuti. Ora il risultato è che la vaccinazione è stata interrotta contando che il ciclo completo comprende in tutto 3 richiami scadenzati nel tempo. Così chi vorrà completare il ciclo dovrà procurarsi il farmaco a proprie spese e a prezzo pieno». Sembrerebbe che il rebus sia nellacquisto centralizzato dei vaccini: dovrebbe provvedere lAsl Roma C. E fino a quando lAsl Roma C non si attiverà, la campagna di prevenzione resterà congelata. Ma contro la possibilità che questo avvenga con netto ritardo, è scesa in campo pure la senatrice azzurra Laura Bianconi che si dice pronta a presentare uninterrogazione al ministro Turco per comprendere a fondo i motivi che hanno portato il Lazio a perseguire una strada diversa da quella battuta già da Basilicata e Sicilia.
Eppure a sentire lassessorato alla Sanità nessuna Asl del Lazio avrebbe avviato campagne di vaccinazione. Meglio ancora, visto che in tutta la regione il progetto dovrà essere a regime entro il 1° gennaio 2008. Se questa è la tabella di marcia il Lazio rimane fanalino di coda.Tumore allutero, la Regione blocca la vaccinazione
Il virus in Italia provoca 1.500 decessi allanno
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.