Lo spot le ragazzine milanesi lo conoscono bene. Lo vedono alla tv, nei cinema e lo ascoltano alla radio. Perché la vaccinazione contro il papilloma virus da fiction diventasse realtà, mancava l'ultimo traguardo, raggiunto dalla Regione qualche giorno fa. Dopo l'approvazione della delibera a fine febbraio, infatti, è stato pubblicato sulla Gazzetta Europea il bando di gara per la fornitura dei vaccini destinati all'attuazione della campagna per la prevenzione del cancro alla cervice uterina. In altre parole: l'arma da giocare contro il Papilloma Virus (HPV) Umano tipi 16 e 18, che può provocare il tumore nel collo dell'utero.
«C'è ancora tanta confusione a riguardo - spiega Anna Pavan, dirigente della Profilassi contro le malattie infettive dell' assessorato Sanità - le mamme delle adolescenti milanesi hanno ancora molti dubbi». Ecco allora un aiuto per chiarirli: «Innanzitutto le destinatarie della campagna sono solo le ragazzine nate nel 1997». E la ragione sta nella considerazione che intervenendo prima dell'inizio dell'attività sessuale, si possano ottenere risultati ottimali. «Verso la fine dell'estate - continua Pavan - riceveranno a casa un invito a recarsi nell'ambulatorio dell'asl di riferimento per sottoporsi al vaccino». In tutto tre dosi: il primo richiamo dopo un mese e l'ultimo dopo che ne saranno trascorsi altri cinque. Dal 2009, partirà la campagna per quelle nate nel 1998 e così via. Per quest'anno si contano 40mila e 500 dodicenni (5mila solo a Milano) pronte a ricevere il vaccino gratuito come ha stabilito il Ministero della Salute per un finanziamento totale di 10 milioni di euro. Per quelle più grandi invece, non rimane che la possibilità di pagarsi il trattamento: in tutto circa 540 euro da dividere per le tre tranche necessarie. «L'arrivo del vaccino è una rivoluzione», ne è convinta Francesca Merzagora, presidente dell'Osservatorio sulla salute delle donne e i numeri non possono che darle ragione. Secondo il Ministero infatti, Il papilloma colpisce il 75 per cento delle donne sessualmente attive e ancora: nel 2006 in Lombardia si sono contati 2mila 465 ricoveri per interventi sul collo dell' utero, oltre ai 3mila 868 in day hospital.
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