Dottore sarà grave? Soffro d'inappetenza elettorale. In particolare soffro di anoressia televisiva, non sopporto più le menate infinite dei dibattiti a cui un tempo partecipavo ma poi ne fuggii per violenti conati di nausea e astenia. Montanelli consigliava di turarsi il naso per andare a votare, io invece mi turo il naso per parlare del dopo voto. E vi dico in sintesi come l'ho vista. Sarò breve perché breve è la rubrica, perché siete in overdose di commenti e perché mi sento Fred Disgusto. Allora diciamo che il referendum pro o contro Berlusconi non ha funzionato, la gente è stanca di pronunciarsi in merito, vuole parlar di sé. Il consenso al Pdl è scheggiato da tante microfratture: un pezzino catto-perbene si è defilato per via del caso Ruby e annessi; un pezzino moderato per via della guerra contro i giudici; una frazione è svanita con Fini o non vota perché non vede più la destra, un pezzino ha maldigerito il mercatino dei Responsabili; un frammento non ama la presenza ingombrante della Lega, un pezzino ha «telato» per i candidati scadenti, un pezzino è rimasto deluso dalla Moratti, e qualche leghista ha disertato. Minime schegge, ma tutte insieme fanno un risultato. Frammenti schizzati e non compensati da nuovi arrivi. Più la crisi globale.
Chi ha vinto? Ha vinto l'Urss, l'Unione Repubbliche Sinistre Sparse: a Torino fa rima con Fassino ma a Milano vince la sinistra antagonista e a Napoli vince una costola alternativa a Di Pietro e al Pd, e così via. Il risultato per la sinistra è positivo solo se disaggregato, pezzino per pezzino; ma se lo sommi scoppia. L'unico totale che li unisce è la gioia per la sconfitta berlusconiana. Di questo si consola pure il terzo polo, felice di veder perdere Lui e di nascondere il proprio flop. Un po' malconcia anche la Lega che forse ha pagato più il moderatismo d'oggi che l'estremismo di ieri.
È l'inizio della fine? Via, non esageriamo, distinguiamo tra guerre e battaglie. Però non basta il Cavaliere, l'eternità non esiste in terra, gli anni avanzano e il futuro non sarà l'eterno ritorno del presente. C'è sempre un dopo a cui bisogna pensare prima. Dunque, pensateci.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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