Il turismo fa litigare i colleghi di maggioranza

Giacomo Legame

Sarà perché Veltroni non perde occasione per sbandierare i dati sull’afflusso di visitatori nella Capitale, sarà perché Roma è la città del Colosseo, di San Pietro e chi più ne ha più ne metta, ma a quanto pare in Aula Giulio Cesare il turismo è diventato materia assai ambita per le commissioni consiliari, che a suon di bolle ufficiali si contendono l’agognata competenza.
A fronteggiarsi in questa inedita contesa sono Saverio Galeota (Prc), presidente della commissione permanente sulla Cultura, e il collega Maurizio Policastro (Ulivo), a capo della commissione speciale sul Turismo. Documenti ufficiali alla mano, ognuno dei due contendenti sembrerebbe avere a suo modo buone ragioni da spendere: Policastro perché la sua commissione è stata istituita per occuparsi giust’appunto di turismo; Galeota perché guida un organo permanente, che fra le competenze formalmente attribuite contempla a pieno titolo la stessa materia. Un «corto circuito» che i veterani del Campidoglio spiegano andando con la memoria alla scorsa consiliatura, quando la commissione speciale fu istituita (e affidata proprio a Galeota) perché tra commissione permanente e consiglio comunale era finita che di turismo ci si occupava ben poco. Dunque s’era pensato di correre ai ripari. Oggi che la Commissione Cultura di Galeota cammina come un treno, e di turismo si occupa eccome, il nodo è venuto al pettine. E intanto fra i due «contendenti» l’opposizione se la ride: «L’avevamo detto che la commissione speciale avrebbe finito col sovrapporsi, ed eravamo contrari alla sua istituzione – dice Marco Marsilio, capogruppo di An -. Ora che c’è, qualcosa dovrà pur fare. In ogni caso, questa situazione è la conseguenza della politica delle prebende di Veltroni, che con delegati e commissioni speciali ha applicato la strategia del “todos caballeros”: tutti i suoi compagni sono presidenti di qualcosa e si sentono importanti. Al dunque, ecco i risultati».
Policastro s’è rivolto più volte per iscritto alle autorità dell’Aula Giulio Cesare parlando di «spiacevoli incomprensioni», giudicando un «errore» il fatto che fra le competenze della Commissione Cultura risulti il turismo, sollecitando chi di dovere a «dirimere con urgenza la questione» e attribuendo al collega di Rifondazione la rivendicazione di una «potestà politica di coordinamento e gerarchia anche in materia di turismo». Galeota dal canto suo pronuncia un elegante e diplomatico «no comment», ma assicura che col buon senso una soluzione si troverà, e anche presto. Che la sua sia una commissione permanente, e l’altra una commissione speciale, non si può non tenere in conto.

Il primo esito probabile è che a Policastro venga affidata la competenza sui grandi progetti. Il secondo è che la prossima volta, prima di farsi abbagliare da deleghe e presidenze «speciali», i consiglieri seguaci di Veltroni ci penseranno due volte.

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