(...) Questo richiamo, però, non è solo un sollecito verbale o scritto. È proprio un bollettino in cui si specifica quanto la famiglia deve versare nelle casse comunali per la «giacenza» del proprio figlio fuori dal normale orario scolastico, solo perché uno dei genitori non è riuscito ad uscire prima dall'ufficio, ha trovato traffico o semplicemente è saltata una corsa dell'autobus.
Sono mille gli imprevisti che possono succedere. Ma dopo tre volte il Comune non accetta più giustificazioni. A seconda dell'Isee i genitori potranno pagare 13,71 euro per l'entrata anticipata, 27,43 se si viene a prendere il bimbo tra le 16,30 e le 17,30 e 48 euro per l'ora successiva. E zitti tutti.
«Tra l'altro - si lamentano le mamme - non vengono nemmeno tenuti dalle maestre ma vengono lasciati alle ausiliarie che, peraltro, sono in servizio almeno fino alle 19 e quindi potrebbero tranquillamente controllare anche i bimbi».
È la mamma di un bimbo, maestra elementare, che solleva il problema. «Quante volte - dice - noi insegnanti della primaria siamo costrette a rimanere all'uscita della scuola ad aspettare i genitori dei nostri alunni per delle mezz'ore, chiamarli con i nostri cellulari, a nostre spese, per sapere dove sono e in quanto tempo pensano di arrivare a prendere il loro figlio senza mai ricevere un euro e nemmeno avere la possibilità di recuperare quei minuti dal nostro orario?».
«E invece il Comune - continua - oltre a farci pagare la ginnastica per i nostri bambini nelle scuole dell'infanzia, durante l'orario scolastico, ci dà pure la multa se veniamo a prendere con anche dieci minuti di ritardo i nostri bambini a scuola!». La storia delle «multe» per il ritardo è solo lultima goccia che fa traboccare il vaso.
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