da Roma
Corsa contro il tempo per chiudere il contratto dei metalmeccanici. La mediazione del governo dovrà portare a qualche risultato entro domenica. Anche perché a partire da lunedì gli industriali cominceranno a dare disposizioni alle aziende affinché concedano ai dipendenti le «elargizioni unilaterali», cioè anticipati sugli aumenti. Ipotesi che sia il ministero del Lavoro sia i sindacati vogliono evitare. Ieri ci sono stati contatti informali tra le parti e oggi dovrebbe riprendere la trattativa ufficiale al dicastero guidato da Cesare Damiano, che proseguirà con una no-stop.
"Scelte sindacati inspiegabili". Sfida difficile visto che le aziende non vogliono fare altre concessioni. Ieri Confindustria è scesa in campo per sostenere la proposta di Federmeccanica, definendola «onerosa ma responsabile». Bocciati i vertici sindacali delle tute blu. «Rifiutare, come stanno facendo, un aumento salariale di 120 euro mensili e 250 euro di una tantum, significa voler prolungare inspiegabilmente la vertenza contro l’interesse dei lavoratori e delle aziende».
Ancora scioperi e blocchi. Un’uscita, questa di Confindustria, motivata dalle proteste che anche ieri hanno creato disagi in tutto il paese. Cortei interni negli stabilimenti Fiat Mirafiori, scioperi a Melfi e nelle fabbriche lombarde. Blocchi stradali a Genova, Napoli a Trento, Livorno e al casello autostradale Valdarno. «Una degenerazione inaccettabile del vivere civile», secondo la confederazione degli industriali. Una protesta «illegale» quando «è procurata tanto dagli autotrasportatori quanto dai metalmeccanici», ha commentato l’ex sottosegretario al Lavoro Maurizio Sacconi.
Domenica il lodo Damiano. A sbloccare la situazione non potrà che essere il ministro del Lavoro anche se ieri Damiano ha auspicato che la trattativa possa tornare «nella sua sede naturale», cioè a un tavolo dove ci siano solo datori e lavoratori. Ipotesi impossibile, soprattutto per volontà della Fiom e dalla Cgil, il cui direttivo ieri ha chiesto una «accettabile conclusione» dopo «i confronti che si apriranno in sede ministeriale». L’auspicio è quindi che a fare incontrare datori e lavoratori sia il ministro, con un «lodo», entro quattro giorni. Sempre sul fronte sindacale, ieri la segreteria della Uilm ha respinto, per il momento, le dimissioni del segretario nazionale Giovanni Contento, che aveva criticato la rottura delle trattative. Il suo caso sarà esaminato dopo la chiusura del contratto.
Pil in calo. Le preoccupazioni di Confindustria non riguardano solo il contratto dei meccanici. Il direttivo ha riferito che le attese per la crescita del Pil nel 2008 sono per «un incremento inferiore all’1%».
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