(...) su terzi non precisamente identificati e aver fatto la stizzita con il capo della Protezione civile Guido Bertolaso tanto da non partecipare al tavolo romano per discutere sui fondi demergenza da gestire («Io con Bertolaso non ci parlo più» disse la Vincenzi, lamentandosi poi ché in città arriveranno pochi spiccioli), ieri ha deciso di attaccare a testa bassa la Lega Nord. Partendo dal ministro degli Interni Roberto Maroni e arrivando alla, per lei, dubbia politica del Carroccio e dei suoi esponenti irresponsabili.
Peccato, perché leggendo il comunicato che il sindaco aveva emanato ieri pomeriggio, quasi fino alla fine, appariva un tono ineccepibile. Dal racconto della giornata precedente fino al ringraziamento alle forze dellordine: «Desideriamo manifestare il nostro apprezzamento alle forze di polizia, ai vigili del fuoco, e alle strutture interne: la scelta di non intervenire e mantenersi fredde e distensive ha scongiurato incidenti molto più gravi». Si è fatta sentire anche nei confronti della città tributando un plauso ai genovesi che hanno saputo non reagire alla violenza subita: «La cittadinanza ha dimostrato una grande maturità - ha detto Vincenzi -, ancor più rimarcata dalla presenza di migliaia di bambini e di moltissime associazioni di disabili; dallapplauso alle vittime in Afghanistan e dal canto unanime e corale dellInno di Mameli».
Poi, in chiusura, Vincenzi assesta il colpo. Abbandona il profilo istituzionale scaricando non solo su Maroni la responsabilità per aver sottovalutato il pericolo, ma addirittura sui leghisti: «Gli esponenti del partito del ministro Roberto Maroni - è il giudizio del primo cittadino -, che sono arrivati a ritenere lecito sparare sui clandestini e a ritenere utile adottare la tessera del tifoso per evitare incidenti allo stadio, ieri hanno permesso che una città italiana fosse invasa da un folto gruppo di criminali e non hanno nemmeno pensato di predisporre efficaci contromisure». Forse in piazza De Ferrari il sindaco si aspettava le camice verdi pronte a bloccare gli scalmanati serbi. E pensare che proprio lei, ieri mattina, aveva raccontato che davanti ad un serbo che faceva pipì davanti a palazzo Ducale era pronta ad intervenire: «Volevo andare a tirargli uno schiaffo, ma non mi sembrava il caso». Per poi concludere il suo intervento spiegando come «la città di Genova chiede che venga fatta luce sulle responsabilità politiche del ministro Maroni».
Un modo poco elegante per lennesima polemica politica sollevata da Marta Vincenzi che viene attaccata dal giornale on line Ragionpolitica.it che fa riferimento al Popolo della Libertà: «Il sindaco di genova dovrebbe adottare un po più di cautela prima di scagliarsi contro loperato del ministero dellInterno per i fatti avvenuti nel capoluogo ligure.
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