Con una collezione Emporio semplicemente perfetta andata in scena ieri a Milano, Giorgio Armani ha dimostrato di conoscere e amare così tanto l'Art Déco, tendenza fra le più insistite della stagione, da proporne la lettura più aerodinamica e leggera che si possa immaginare. La netta teoria di bianchi e neri, definitivi e sintetici, ha fatto da contraltare a uno studio di volumi che trasformava ogni silhouette in forme femminili agili e gioiose. Gli orli delle gonne dotati di quel particolare movimento che ricorda il cerchio da hula-hoop, creavano un andamento così aggraziato da non lasciare alcuna possibilità espressiva al rigido protocollo dell'eleganza tutta d'un pezzo.
Le giacche che sono sempre uno dei pezzi più cool dello stile Armani, pur essendo di forma maschile, scivolavano suadenti su gonne a metà ginocchio o al polpaccio o su pantaloni sottili che slanciano le gambe. A sottolineare questo nuovo gioco grafico, profili e linee nette che come tratti di matita s'imprimono persino sulla giacca di un tenero tailleur azzurro. Il gran finale ci ha riservato una spettacolare serie di vestiti in tessuti bianchi stratificati e aperti come petali su macro fiori neri in plexi e abiti come calici in paillette sospese su nuove crinoline. E prima che annotassimo i nuovi dettagli di stile - maxi bag in PVC trasparente profilata di nero e collana a forma di colletto in plexi rigido - una sincera ovazione è andata all'indiscussa bravura di uno stilista che sa trasformare i sogni in risposte. Da un viaggio nell'arte a un viaggio nella propria storia il passo è breve.
«Torno a quella selvaggeria che mi ha reso famoso e che oggi piace tanto alle giovani ragazze che frequentano i festival musicali europei come quello di Glastonbury» diceva ieri Roberto Cavalli prima di far sfilare le quaranta uscite della linea Just Cavalli prodotta da questa stagione dalla Staff International. Suggestivi sono apparsi gli stampati con immagini di farfalle riprese dallo stilista durante i suoi tanti viaggi e digitalizzate con un mix di uccelli del paradiso e di serpenti piumati. Di grande effetto i maxi abiti in mousseline di seta liberamente accostati a giacche o gilet in crosta decorati con infilature metalliche e il trench in suede ricamato con borchie e foderato di seta stampata. «Noi crediamo ancora nell'Italia e per questo inneggiamo ai suoi monumenti più belli» dicevano Maurizio Modica e Pierfrancesco Gigliotti spiegando il senso della collezione Frankie Morello e dei pezzi che sicuramente entreranno fra i più desiderati della stagione: il vestito rosa con David di Donatello, quello con la torre di Pisa, quello fatto di ventagli o foulard souvenir. Vestiti come cartoline che ricordano gli anni Cinquanta, quando il Paese cresceva e si cominciava ad andare in vacanza.
In compenso oggi le donne possono contare sull'arte di glorificare il corpo in cui è maestra Cristina Ferrari con la collezione Fisico. Ieri ha conquistato il pubblico con la sensualità di caftani di chiffon stampati a fantasia Sanderson e lo charme di abiti mossi da balze di frange in seta o in microfibra tagliata al laser.
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