Tutte registrate le interviste al clan azzurro

dal nostro inviato a Firenze

Palla al centro. Il vecchio rito, un tempo snodo del calcio di casa nostra, diventa quasi un orpello. La Nazionale si rimette al lavoro in un caldo pomeriggio di fine maggio sotto gli occhi di cento giornalisti e un robusto servizio di sicurezza. Poche parole, prima di cominciare. Il Ct non è nello spirito giusto per celebrare il taglio del nastro col predicozzo, un paio di spiegazioni sul programma di lavoro settimanale e poi tutti a sudare, senza grande entusiasmo, perché il sole picchia sul prato verde di Coverciano e i lamenti non mancano.
Da oggi, e solo da oggi, dopo i primi controlli clinici (esami, test) si comincia a fare sul serio. Nella speranza di riuscire a parlare d’altro, a occuparsi di calcio, senza violentare il rigido protocollo preparato dall’ufficio stampa federale e che ricalca lo schema di altri mondiali. Una sola novità è stata introdotta e viene illustrata da Antonello Valentini, responsabile del settore stampa. «Ogni conferenza stampa sarà registrata» avverte per disarmare le cento richieste di interviste personalizzate che non trovano posto nell’agenda e mettersi al riparo da contenziosi tra calciatori e giornalisti, «io non ho detto questo», Anche Lippi sembra fermo sul proposito di aprire da questa mattina un nuovo capitolo nel ritiro pre-mondiale rispedendo al mittente tutte le domande e i quesiti di natura giudiziaria. Promette e minaccia al tempo stesso ma si tratta di un calcolo frettoloso.

All’arrivo in Germania, e con l’invasione dei cronisti stranieri nel ritiro di Duisburg, il tiro al piccione azzurro è garantito, oltre che inevitabile. A proposito della Germania: gli azzurri saranno scortati da una squadra speciale designata espressamente dal ministero dell’Interno. La guiderà il dottor Tagliente.

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