Tutti in Cina: undici giorni con i soldi pubblici

La Regione prima affonda il porto, poi lo promuove nella Repubblica Popolare

(...) conquistare una fetta un po’ più grossa di turisti cinesi e farli venire in Liguria, che oggi in Europa ne arrivano 29 milioni ma solo 100mila scelgono l’Italia. Il problema è un’altro, ed è la stampa. Non che il presidente si sia immedesimato con la Repubblica Popolare che censura il resto del mondo, no. Lui li ha invitati i giornalisti, a partecipare e a relazionare. Solo che è stato chiarissimo: «Si fa alla romana, ognuno paga per sé». E invece sarà il Teatro Carlo Felice a pagare per tutti. Cioè, non proprio tutti. Il Giornale non è stato invitato dal sovrintendente Gennaro Di Benedetto, che invece offrirà il tour alla Repubblica, al Secolo XIX, al Corriere Mercantile e a Telecittà. Primocanale pagherà per sé, perché ha rifiutato l’offerta: «Andiamo là con un video di 11 minuti sulla Liguria tradotto in inglese e cinese che porteremo alla Tv di Pechino e con 27 minuti di testimonianze dei cinesi che vivono in Liguria, ma vogliamo esser liberi di dire se la missione delle istituzioni locali in Cina è stata un fiasco o un successo» spiega il direttore delle News Mario Paternostro.
Partono oltre 200 persone fra rappresentanti istituzionali, imprenditori e orchestrali, e hai voglia a ricostruire chi paga per chi. Le aziende pagano per sé, e fin qui. Il sindaco Giuseppe Pericu, per dire, fortuna che è «uno solo», come dice lui, ha due sponsor: l’Alitalia che offre il viaggio e il Carlo Felice che offre tutto il resto. La Regione spende 50mila euro per il presidente, l’irrinunciabile assessore al Tursimo Margherita Bozzano, il determinante assessore ai Trasporti Luigi Merlo, l’essenziale Federico Di Roberto il consigliere diplomatico, e poi quattro fra dirigenti e funzionari degli Affari comunitari e dello Staff del presidente. Fa il resto Liguria International, che con 80mila euro, ma il budget potrà arrivare a 200mila, paga per il presidente Franco Aprile ma soprattutto per tutti gli appuntamenti importanti, cene di promozione, incontri bilaterali e via così conquistando la Cina.
Se la Regione scuce di tasca propria, tutti gli altri spiegano che no, qui siamo tutti al verde, quindi si usano i soldi degli altri, e pazienza se son pubblici pure quelli, la missione merita. Così. Liguria International ha a disposizione i finanziamenti ad hoc dell’Unione europea, capitolo missioni all’estero, e quelli o li usi o li perdi. E il Carlo Felice può contare sui 400mila euro che il ministero dei Beni Culturali ha dato al teatro per l’anno della cultura italiana in Cina. tappe principali: Pechino, Tianjin, città che vanta legami storici con la Liguria e ospita persino un quartiere genovese, e Shanghai, dove il carlo felice rappresenterà «Il barbiere di Siviglia» di Gioachino Rossini. Obiettivo: «Mettere radici e cogliere le opportunità rappresentate dallo sviluppo di questo paese» spiega Burlando. Temi cardine: turismo e portualità, là dove l’assessore Bozzano reduce da un’estate di licenziamenti nei suoi uffici per un piano del turismo che non piace alla sinistra né alla destra spiega che bisogna dire ai cinesi che a Genova c’è l’Acquario e ci sono i palazzi dei Rolli, e là dove Giovanni Novi il presidente dell’Autorità portuale spiega che «andiamo là per presentare i nostri porti come sistema Liguria», e che importa se il sistema tanto agognato da Burlando in campagna elettorale è di là da venire.


La missione si tiene a ridosso di quella governativa prevista dal 12 al 16 dello stesso mese. Tutti in Cine ed era ora, dice Burlando: «Carlo Azeglio Ciampi ci andò da presidente della Repubblica, Silvio Berlusconi da premier non ci andò mai».

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