Tutti (o quasi) festeggiano il vecchio Charles

Il duecentesimo compleanno di Charles Dickens - romanziere, giornalista, autore di grandi classici e libri indimenticabili come Barnaby Roudge - si configura inevitabilmente come una festa letteraria in cui saranno coinvolti quasi tutti i Paesi del mondo (l’elenco si apre con l’Azerbaijan e si chiude con lo Zimbabwe). Da domani - Dickens nacque il 7 febbraio del 1812 a Portsmouth - per celebrarlo, con la regia e l’organizzazione del British Council, si terranno oltre mille eventi nel mondo. A partire da un monumento nella sua città natale, Portsmouth. Non senza però qualche polemica. Il 2012, è stato ovviamente proclamato «l’anno di Dickens». Peccato che sembra essersene “scordato” proprio il «Charles Dickens Museum» di Londra che, infatti, ha deciso di chiudere per un restauro che durerà otto mesi. Una chiusura, fissata per il prossimo aprile, proprio nel periodo in cui l’afflusso alla casa londinese dello scrittore potrebbe essere il massimo.
Intanto Jeremy Hunt, ministro della Cultura di sua Maestà britannica, ha fatto in modo che ogni membro del governo ricevesse un libro a «tema» scelto fra la copiosa produzione dello scrittore. L’unica eccezione riguarda il premier David Cameron, che di libri ne avrà due: Grandi Speranze e Tempi Difficili. «Impossibile non notare, in queste scelte, il riassunto della fase attraversata dal primo ministro», ha chiosato, maligno, il Sunday Times.
Quanto all’Italia, in occasione del bicentenario, Dalai editore riprone alcuni dei grandi classici dello scrittore: Oliver Twist, Canto di Natale, David Copperfield e il primo grande romanzo di successo dello scrittore, Il circolo Pickwick.

Invece Newton Compton propone l’edizione integrale de Le due città. Invece a Bologna si terrà «aBOut Dickens»: una rassegna di eventi con cui la città ricorda il papà di Oliver Twist che la visitò nel 1844. Si tratta dell’unica città italiana inserita nelle celebrazioni.

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