Tutti in pressing su Mastella ma la contromozione resta

L’Udeur vuole il voto sul no alle nozze gay. E il governo rinvia la presentazione del suo progetto alla metà di febbraio

da Roma

L’Unione si incarta nei Pacs. In Parlamento non ci sarà una mozione unica del centrosinistra e la presentazione del ddl governativo potrebbe slittare addirittura a metà febbraio. La coalizione di Romano Prodi sul riconoscimento dei diritti delle coppie naviga in alto mare e non riesce a trovare un punto di incontro tra posizioni manifestamente inconciliabili. Una situazione pericolosa per la tenuta della maggioranza tanto da indurre il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, a esortare le istituzioni alla ricerca di una sintesi. Dunque domani o giovedì a Montecitorio nonostante gli sforzi del capogruppo dell’Ulivo, Dario Franceschini, verranno votate quattro o addirittura cinque mozioni di maggioranza.
Margherita e Quercia alla fine dovrebbero essere riuscite a mettersi d’accordo. Anche l’ala cattolica più intransigente del partito di Rutelli si è detta disponibile a votare la mozione che in effetti si limita a ribadire il vago enunciato del programma. Il dato certo è che nella mozione si fa slittare il termine entro il quale il governo deve presentare un disegno di legge sulle coppie di fatto dal 31 gennaio al 15 febbraio. A questa mozione aderiscono anche il Pdci e l’Italia dei valori. Si impegna il governo «ad attuare il programma dell’Unione» sul tema del «riconoscimento giuridico dei diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto». Accanto a questa però ci saranno pure le mozioni della Rosa nel pugno, quella dei Verdi e di Rifondazione comunista.
Ma quella che fa paura all’Unione è la mozione a favore della famiglia e contro il riconoscimento delle convivenze dell’Udeur che non si sogna neppure di ritirarla. Nonostante il pressing degli alleati infatti il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, non arretra di un passo, a costo di far cadere governo e maggioranza. «Il mio no è verso tutto ciò che può scardinare la famiglia - insiste Mastella -. Quando abbiamo firmato il programma dell’Unione dissi subito no a quelle sette righe che prevedevano di regolare le unioni di fatto. Non possiamo essere ostaggio della sinistra antagonista».
Dunque a Montecitorio potrebbe crearsi un’ampia convergenza con una fetta dell’opposizione, l’Udc di Pier Ferdinando Casini in testa. E la mozione dell’Udeur grazie ai voti dell’opposizione e magari di qualche franco tiratore cattolico della Margherita potrebbe rivelarsi quella vincente. Ecco perché la sinistra continua a chiedere al capogruppo del Campanile alla Camera, Mauro Fabris, di ritirare quella mozione. Il segretario dello Sdi, Enrico Boselli, accusa apertamente il Guardasigilli. «Un conto è esprimere riserve, critiche e persino sollevare polemiche - dice Boselli -. Un altro è presentare una mozione che può mettere in minoranza il centrosinistra. Mastella vuole lavorare ai fianchi Prodi per sostituirlo con un governo istituzionale».
Nel governo però non c’è soltanto Mastella a pensare che sarebbe stato meglio evitare di affidare all’esecutivo l’iniziativa di un disegno di legge sulle coppie di fatto. Anche il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, guardava con più favore a un’iniziativa parlamentare in materia. Ma Prodi ha deciso di giocarsi la faccia sui diritti delle coppie di fatto e ha investito le ministre Barbara Pollastrini, Pari opportunità, e Rosy Bindi, Famiglia, del difficile compito di trovare la sintesi auspicata pure dal presidente della Repubblica.
E ieri infatti le ministre si sono riviste senza arrivare a un accordo definito.

Ma a questo punto è chiaro che lo scoglio politico non è superabile accorciando gli anni della convivenza per ottenere la reversibilità della pensione o sostituendo la registrazione con il certificato anagrafico. Il punto è che c’è una parte di questa coalizione che del riconoscimento dei diritti per le coppie di fatto non vuol proprio sentir parlare.

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