Tutto il ’900 in sessanta disegni

All’Accademia di San Luca in mostra la collezione Pozzati che comprende opere di Mirò Fontana, De Chirico, Dix e Arp

Laura Gigliotti

«Ho sempre collezionato pittura e scultura. Alcuni anni fa mi proposero di organizzare una mostra alla Loggetta Lombardesca di Ravenna, Invitai una cinquantina di artisti da Licini ai nostri giorni. E da allora ho cambiato completamente la collezione, solo disegni», racconta Concetto Pozzati che espone fino al 24 giugno per la prima volta a Roma, all’Accademia di San Luca 63 opere della sua ricchissima collezione di disegni del 900. Da Modigliani a Carrà, De Chirico, Morandi, Licini, Grosz, Dix, Mirò, Arp, Fontana, Fautrier, Twombly, Novelli, Hokney, Bacon, Schifano, Merz, Haring, Brown, Plessi, Boetti e altri (300 opere circa), che a differenza della maggior parte dei collezionisti non conserva chiusi in cartelle, ma appesi alle pareti di casa in più file. Perché non sono una cosa privata ma un bene da godere, dice. Cominciò nel ’62 con un piccolo disegno di Sironi e in cambio dette un suo quadro «gigantesco». L’ultimo acquisto, non in mostra perché risale a qualche giorno fa, è un Balla e da poco è entrato nella collezione anche un disegno di Pistoletto. Fra gli artisti che non ha la fortuna di avere c’è Klimt, «un amore molto costoso, ma sto trattando», rivela a mezza voce.
Presentati qualche volta al Museo Morandi di Bologna, i disegni della collezione Pozzati, sono la testimonianza della passione di un pittore, «un avido voyeur del segno», che è anche professore universitario ed è stato direttore di museo. «La raccolta per me è un bisogno erotico, oltre che intellettuale, cioè tento di capire gli altri e il mondo - in quanto l’arte è esperienza da e per il mondo- e il disegno è, come diceva Valery, la più ossessionante tentazione dell’intelletto». Taccuini e fogli rari, curiosi (è su carta intestata della Deutsche Akademie in Rom uno studio di Prampolini del ’55), ordinati come in una biblioteca, allineati per richiami, per affinità, per amore.
I disegni in mostra rappresentano artisti di varie scuole, dal simbolismo all’espressionismo, al surrealismo e tutti i movimenti dell'arte italiana del ’900 fino ai contemporanei, a riprova che il disegno, nonostante i cambiamenti di strumenti e mezzi espressivi , continua a mantenere un ruolo chiave. L’antologia, costituita per la maggior parte da fogli italiani, prende l’avvio da un bellissimo gessetto del ’18 di uno degli iniziatori del simbolismo Max Klinger, secondo il quale nel disegno l’artista esprime il suo mondo, la sua visione, e termina con un’opera di Oliviero Ranaldi, un disegnatore e scultore che attualmente risiede a Roma.
Fra le opere in mostra da segnalare un «Ritratto» a matita e inchiostro di Savinio del ’33, gli anni in cui più sottile si fa nel pittore il gioco del rifacimento dell’antico e un volto di donna con cappello tracciato da Modigliani con pochi segni sottili. Si intitola «Idee per scultura» il collage e matita di Moore, autore di meravigliosi disegni dal vero, che considerava i suoi disegni «un aiuto a fare sculture». Presente anche un altro grande scultore Manzù per il quale i disegni rappresentarono per tutto l’arco della vita una straordinaria miniera d’invenzioni di figure e cose nello spazio. Né manca un maestro del graffitismo americano come Keith Haring che confessa «I miei disegni sono solo disegni, molto grafici, non ci sono stratificazioni d’altro genere.

I miei disegni si distendono in superficie e si manifestano per quello che sono, non c’è nulla di nascosto».
Accademia Nazionale di San Luca Piazza dell'Accademia di San Luca 77, tel. 06-6798848. Orario: lunedì-venerdì 10-19, sabato 10-13, domenica e festivi chiuso. Fino al 24 giugno.

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