Cronache

Tutto male, tutto bene Così la sorte ha giocato con Genoa e Sampdoria

Tutto male, tutto bene Così la sorte ha giocato con Genoa e Sampdoria

Al Genoa, a Verona (2-1 in favore del Chievo), è andato tutto male. Chi ha la bontà di seguirmi da un po’ d'anni sa che sono concettualmente contrario fin dall'introduzione all'antisportiva regola che sanziona con l'espulsione il fallo, anche non violento, «da ultimo uomo». Nata a tavolino nell'illusoria speranza di «favorire il gol, quindi lo spettacolo», all'atto pratico la decisione di mettere la partita in artata disparità numerica si è infatti rivelata non solo contraria allo spirito del gioco ma pure beffardamente antispettacolare. La premessa prende lo spunto dall'espulsione di Dainelli ma prescinde da mero interesse di bottega.
Per certo Malesani, già obbligato a rinunciare all'Airone con crampi (riprenderà a volare?, e semmai quando?) in favore del Cammello (che assunto come centravanti si è rivelato un onesto centrindietro) e successivamente costretto a pescare dalla panchina un difensore (ma Granqvist che pesce è?), ci ha messo di suo tagliando contemporaneamente al Grifone i due unici artigli acuminati, Rivera-Jorquera e l'incontenibile Palacio: ma insomma, con quel Chievo arrembante a 4 punte e quel Genoa mortificatamente arretrante, lo spettacolo non ci ha precisamente guadagnato.
Nel calcio, però, non tutto accade per caso. La sconfitta, come testimonia l'ottimo 3° posto in classifica alla pari con 5 consorelle, può fisiologicamente starci - per una squadra come il Genoa - dopo due vittorie e un pareggio. È il modo che ha offeso. Con quell'imperversante Sardo che sembrava Maicon sulla fascia sinistra bassa del Grifone indifesa non solo dall'indecifrabile Constant ma pure da Moretti cosiccome accadeva al tempo di Antonelli: nostalgici saluti a Mimmo Criscito. E con i vincenti colpi di testa degli svettanti Pellissier e Moscardelli al centro di un'area piena di difendenti rossoblu.
Per esprimere un giudizio più netto attendo peraltro la riprova di Parma (domenica, ore 15), pur se mi sento di dire «a prescindere» che un assist-man come Rivera-Jorquera avrebbe meritato, insieme con il devastante Palacio, di poter mettere la propria stecca da biliardo al servizio di un centravanti con le caratteristiche tecnico-atletiche di Destro o Boakye, senza scomodare Denis o Pellissier.
Alla Sampdoria a Bergamo (3-1 in sfavore dell'Albinoleffe) è andato tutto bene, in chiave di risultato: paratissime di Romero, discutibile annullamento di un gol di Foglio, occasionissime dello stesso Foglio; poi, tre tiri in porta di Foggia, Bertani e Maccarone: tre gol. Però... Però continua a mancare un terzino destro (Volta è uno stopper, Padalino un attaccante, Rispoli un Sarchiapone) capace sia di difendere sia di proporsi in appoggio al Foggia o Semioli di turno. Continua a mancare un terzino sinistro in grado di svolgere il doppio incarico con profitto (se difende, Castellini non appoggia; e viceversa). E chissà quanto peserà la prolungata assenza di Saracinesca-Romero, mentre prosegue l'enigma Piovaccari. Federico Piovaccari è l'attaccante più completo pescato da Sensibile sul mercato estivo, l'unico che per doti fisico-tecniche (piedi buoni e chirurgico colpo di testa) all'occorrenza può giocare con profitto tanto centravanti al posto di Pozzi quanto seconda punta al posto di Bertani. Però se Piovaccari, al suo quarto subentro dalla panchina, valorosamente ottiene il suo secondo rigore personale e miseramente lo sbaglia come il primo (pallaccia sopra la traversa), però stavolta contro una porta forzatamente difesa (?) da un centravanti (Cocco), c'è da allarmarsi.
Nel calcio, ribadisco il concetto, non tutto accade per caso. I primi sei turni di campionato ci hanno spiegato che il Padova di Dal Canto, il Brescia di Scienza e il Torino di Ventura (più l'imbattuto Grosseto di Ugolotti, che non molla) meritano rispetto al punto che per onorare l'imperativo categorico di centrare uno dei primi due posti-promozione-diretta la Sampdoria dovrà ricorrere a tutte ma proprio tutte le migliori forze a propria disposizione. Dice niente che Romero e Pozzi siano già fuori causa per un bel po’? Considerato che alle 21.00 di venerdì prossimo sarà corrida con il Toro a Marassi, alle 20.45 di mercoledì 5 ottobre sarà battaglia col Verona al Bentegodi e alle 12.30 di domenica 9 ci si abbufferà col Sassuolo al Ferraris, per favore Piovaccari e Atzori (che in assenza di Pozzi fa giocare centravanti Maccarone...

) ci dicano in fretta cosa intendano fare.

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