Archiviata la secessione e il federalismo, la via leghista all'autonomia della Padania passa per la dichiarazione di indipendenza delle regioni del Nord. Un percorso impervio e lunghissimo («I catalani lo perseguono da trent'anni», riconosce il governatore veneto Luca Zaia), ma non impossibile: il primo passo sono un referendum e una legge regionale che in Veneto è già depositata e alla quale il Carroccio vuole dare una robusta spinta. Così, il primo fine settimana di marzo saranno allestiti centinaia di gazebo. Le firme di sabato 1 e domenica 2 marzo chiederanno che il referendum popolare sull'autodeterminazione. Analoghi ordini del giorno sono già stati adottati da 167 comuni e 4 province (Padova, Treviso, Venezia, Verona). Il referendum per l'indipendenza segna una ripresa di attività leghista sul vecchio fronte autonomista alla vigilia delle elezioni europee e «in una fase geopolitica in cui tutto il continente è in fermento, dalla Scozia alla Catalogna. Abbiamo investito tutte le nostre forze», dice il governatore Zaia in una conferenza stampa con il segretario federale Matteo Salvini e i consiglieri regionali del Carroccio. Il segretario regionale Flavio Tosi è assente, ma Salvini nega dissensi: il sindaco di Verona ieri era impegnato in un consiglio comunale molto delicato dopo l'arresto per corruzione dell'ex vicesindaco. I gazebo finora allestiti (a ieri erano 270, ma l'obiettivo è arrivare a 400 piazze, la mappa è sul sito www.firmaindipendenza.org) sono leghisti ma non ci saranno vessilli del Carroccio: «Chiunque voglia aggregarsi è il benvenuto», dice Salvini che spera innanzitutto nella mobilitazione degli «alleati del centrodestra» e poi punta a diventare il punto di riferimento della frastagliata area indipendentista italiana «a prescindere da orticelli e invidie».
«Ci aspettiamo una marea di gente che magari non vota Lega - sintetizza Salvini - ma vuole essere padrona a casa sua. Dev'essere il segnale dell'inizio della fine dello Stato centralista». «I numeri sono dalla nostra parte», assicurano i leghisti. Il Veneto ha 47 pensioni di invalidità ogni mille abitanti contro le 88 della Campania e le 96 della Calabria. Lo stato spende per i dipendenti della pubblica amministrazione 1.397 euro per ogni cittadino veneto contro 2.300 nel Lazio. Ogni veneto versa in media 3.250 a Roma mentre ogni calabrese ne riceve 3.900. Per Zaia si tratta di un'iniziativa di «legittima difesa» perché «la Costituzione autenticamente federalista del 1948 è gestita in maniera centralista. È un'opportunità non facile né automatica. Dipendesse solo da me, il Veneto sarebbe già indipendente». Salvini e Zaia hanno incontrato Matteo Renzi nei giorni scorsi: «Sul tema delle riforme e dell'autonomia non abbiamo sentito parole incoraggianti, vogliono riportare a Roma turismo ed energia, l'esatto contrario di quello di cui si sente il bisogno. Tosi dice che potremmo dare la fiducia? Una battuta di spirito a una trasmissione radiofonica satirica: mai nella vita potremmo votare un governo di sinistra a meno che non ci dia l'indipendenza, nel qual caso pari e patta e saremmo pronti a saltare in piedi in Parlamento per una standing ovation.
Ma dai primi approcci temo non sia questa la linea del nuovo governo. Per il momento Renzi lo salvo per simpatia, sorriso e abbronzatura. E anche il caffè era buono... Ma non poteva partire peggio. Sarà un governo Renzi-Merkel telecomandato da Berlino».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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