Tutto su Pedro Almodóvar e il nuovo cinema spagnolo

ANCHE I BOZZETTI DI UN FILM INEDITO

NELLA MOSTRA DEDICATA A FELLINI
È un omaggio al genio di Federico Fellini la mostra ospitata, fino al 4 novembre, all’Auditorium della Conciliazione. Esposti numerosi disegni, appunti inediti sui film, le locandine, le facce di attori e comparse, per restituire le magiche atmosfere create dal maestro. Durante la Festa del cinema, ha commentato Fabio Alescio, tra gli organizzatori della mostra, «Fellini è rimasto in una nicchia e non ha avuto lo spazio dedicato invece a molte star internazionali». Una vena polemica rimarcata anche da Roberto Mannoni («il cinema è morto con Fellini e la Festa di Roma non lo ha ricordato per niente»), fondatore di Cineteatro 5, la società che conserva le molte «cose felliniane» allestite nella Sala del Coro dell’Auditorium. «Me le ha affidate Giulietta Masina dopo la morte del maestro», aggiunge Mannoni davanti alla ricostruzione dello studio di Fellini, con il divano e la poltrona di pelle, il vecchio plaid arancione, la macchina da scrivere. L’allestimento parte da un nucleo centrale, costituito dalla ricostruzione del «taboga», il grande scivolo della Città delle donne, andato perduto dopo le riprese. Anche i ciak con i titoli dei film non sono originali, perché, spiegano, vengono cancellati al termine di ogni produzione, ma qui ricordano tutte le tappe della lunga carriera del regista. Ci sono i busti dei cardinali del Casanova, i faccioni femminili e scultorei della Città delle donne, le Madonnine de La voce della Luna e perfino il Cristo de La Dolce Vita. Non mancano i numerosi bozzetti, la marea di fogli che costituiva la sceneggiatura sempre in divenire. «Qui presentiamo quella di un film che non fu mai realizzato - dice Mannoni - e intitolato L’Attore». Ci sono le caricature a testimoniare la passione di Fellini per il disegno, nata quando era ragazzo e mai abbandonata. Gli schizzi sono dappertutto su fogli, ai margini degli appunti, sui tovaglioli. «Fellini non smetteva mai di disegnare», racconta ancora Mannoni, che ha conservato anche gli oggetti più insignificanti, allestiti vicino alle maschere di Ginger e Fred. I suoi rapporti con gli attori sono illustrati dalle molte foto di scena (in particolare da La strada) e dalla carrellata di «facce», le foto dei provini, affiancate dai commenti del regista. Ed ecco Maria Grazia Cucinotta, «dolce, fiera, ma adolescenziale», una giovanissima Valeria Marini, «una bella biondina, con occhi infantili, buffa, sensuale, un corpo da applausi» ed Eva Grimaldi, «simpatica, spiritosa, molto bella».

FAFÁ DE BELÉM IN CONCERTO

A NOVEMBRE AL SISTINA
Ha cantato per Giovanni Paolo II, nel ’97 allo stadio Maracanà di San Paolo, e per papa Benedetto XVI quest’anno, a Valencia; suo è l’inno nazionale brasiliano; sua quella voce straordinaria che ha saputo interpretare le canzoni di Tom Jobim e Vinicius de Moraes: Fafá de Belém torna in Italia, pochi mesi dopo la sua prima volta a Roma per il concerto all’Auditorium Parco della Musica, per esibirsi il 27 novembre al Sistina. Per l’occasione, Fafá interpreterà i brani del suo ultimo album, Tanto Mar, scritti e riarrangiati per lei da Chico Buarque de Hollanda, uno dei più grandi poeti-cantautori e inventore della musica popolare brasiliana.

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