
Se la politica continua a discutere animatamente sulla polveriera in Medio Oriente, gli opinionisti nostrani fanno lo stesso, se non peggio. Su Gaza entrano in gioco moltissimo fattori: la tragedia umana, i problemi umanitari e, ovviamente, anche il calcolo politico. Partendo da questo presupposto si è sviluppato l’ultima puntata di Di Martedì, il programma di approfondimento politico condotto da Giovanni Floris su la7 ogni martedì sera in prima serata. Una puntata che ha visto scontrarsi due pesi massimi del dibattito politico come Edward Luttwak e il filosofo Massimo Cacciari.
Due visioni diametralmente opposte. Con il primo che, incalzato dal conduttore, prova a mettere qualche numero sul tavolo del confronto. “Intanto, l’aritmetica: ci sono più di 7 milioni di abitanti d’Israele che sono ebrei, altri 2 milioni e mezzo che sono cittadini e non hanno fatto nessuna protesta e, inoltre, sono gli arabi più avanzati del Medio Oriente”, esordisce senza tanti giri di parole. Poi, a stretto giro, arriva al nodo della questione e cioè il futuro della Striscia di Gaza. “Gaza dovrebbe tornare sotto il controllo egiziano e loro possono vivere come cittadini egiziani”, dice Lutwakk collegato.
La replica di Cacciari non tarda ad arrivare. Dopo aver sentito il ragionamento dell’ospite, il filosofo sbotta. “È l’apartheid”, dice senza timore di smentita. "Si sa benissimo qual è il destino dei palestinesi: è la diaspora.
Allora la situazione è che stiano in uno Stato di Israele, o ci sarà un apartheid tipo Sud Africa o nel giro di qualche anno la maggioranza dei cittadini di Israele saranno palestinesi”, aggiunge. Poi conclude amaramente: “Cosa accadrà? Che questa sia una pace è ridicolo. Se non si risolve questa questione, ci sarà una guerra permanente all'interno di Israele”.