
L’interrogativo posto dalla conduttrice Lilli Gruber durante la prima puntata di Otto e Mezzo è tanto netto quanto interessante. “Qual è il confine tra libertà di espressione e odio politico?”, chiede ai suoi ospiti come prima domanda del suo talk show di approfondimento politico in onda in prima serata su La7. Peccato che, partendo da questo pretesto, Giovanni Floris glissi la questione e decida di attaccare pesantemente il generale Roberto Vannacci. Il giornalista di La7 critica le ultime dichiarazioni dell’eurodeputato leghista senza evitare perfino qualche attacco personale.
L’oggetto del contendere è ovviamente la morte di Charlie Kirk, attivista pro-Trump con posizioni molto dure e nette sia in politica interna sia in quella estera. “Il problema non sono le opinioni di Kirk, il problema non sono le persone che dicono queste fregnacce”. Il problema, secondo l’opinionista interpellato, è che “queste fregnacce cadono in un Paese in cui hanno successo”. Da qui l’invettiva contro Vannacci: “Cadono in Paese dove si può dire io voto Vannacci perché ha detto queste cose, io sono d’accordo con la Meloni. Queste fregnacce hanno successo nei Paesi che stanno male, nei Paesi che hanno problemi economici, nei Paesi che sono arrabbiati tanto da rivedersi nei leader livorosi e vittimisti”.
Secondo Floris noi abbiamo al governo dei leader di questo tipo come la presidente del Consiglio e i suoi ministri.
“C’è sempre qualcuno che impedisce al governo di fare, e anche la Meloni arriverà al fondo del barile che è il linguaggio dell’odio”, conclude. Ma la Gruber torna sulle armi negli Usa: “Kirk diceva che bisogna tollerare anche gli effetti collaterali della libertà di possedere un’arma. Infatti, gli Usa sono pieni di armi e poi succedono queste cose”.