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"Vi dovreste vergognare". Del Debbio contro gli odiatori di Berlusconi

Il duro sfogo del conduttore contro chi ha oltraggiato Berlusconi anche dopo la morte: "Non conoscete le parole affetto, riconoscenza, ammirazione". Poi il ricordo personale del Cavaliere: "Un genio, io c'ero..."

"Vi dovreste vergognare". Del Debbio contro gli odiatori di Berlusconi

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"Abbiate almeno il dovuto rispetto". Dopo le colate di veleno contro Berlusconi, proseguite anche nei giorni del lutto, Paolo Del Debbio non è riuscito a trattenersi. Il suo sfogo contro gli odiatori di professione, pronunciato ieri in tv, ha dato voce al sentimento di molti. Il conduttore Mediaset, storico collaboratore e poi amico del Cavaliere, ha aperto la più recente puntata di Dritto e Rovescio su Rete4 con un editoriale di fuoco contro chi non ha avuto la decenza di rispettare il cordoglio per la scomparsa dell'ex premier. Così, visibilmente emozionato, ha iniziato la propria trasmissione rivendicando il diritto di onorare un uomo che - ha rimarcato - "ha portato molta ricchezza" in Italia.

Odio su Berlusconi, lo sfogo di Del Debbio

"È una serata speciale, una puntata difficile. È morto chi ha fondato questa azienda", ha esordito Del Debbio, facendo notare di essersi "acchittato" con eleganza, come avrebbe voluto il Cavaliere. Poi il giornalista è andato dritto al punto. Senza giri di parole. "Vogliamo rendere onore al nostro fondatore. Qualcuno ha parlato di trasmissioni dal tono 'sdolcinato'. Allora non avete capito nulla come al solito. Non mi meraviglia la cosa. Non conoscete le parole affetto, riconoscenza, ammirazione, gratitudine. Questi sono i sentimenti che noi di Mediaset sentiamo nei confronti del nostro fondatore".

E poi: "Avremo il diritto di onorarlo, noi di Mediaset, oppure dobbiamo venire dietro alla vostra vulgata volgare per cui non è giusto neanche questo dopo la morte?. Vi dovreste vergognare. Migliaia di famiglie hanno vissuto, vivono e vivranno grazie a questo signore qui. In Italia questo signore qui ha portato molta ricchezza alle famiglie attraverso la pubblicità e tante altre cose. Noi onoriamo il nostro fondatore, punto e basta", si è sfogato il conduttore. Un applauso ha rotto il silenzio per sottolineare quelle sue parole.

"Su Berlusconi scritte cose ignobili"

Comprendiamo l'amarezza del conduttore: parole come affetto, riconoscenza, ammirazione e gratitudine sembrano purtroppo non appartenere a un'Italia che si nutre invece di piccoli livori, di polemiche continue e di modesti chiacchiericci da social. "Ogni può pensare di Berlusconi, legittimamente quello che vuole. Nei limiti della decenza. Qualche giornale ha cominciato a scrivere cose ignobili il giorno stesso della morte ed il giorno dopo in edicola. Esiste, nel codice cavalleresco, che certamente non conoscerete, figurati il codice militare… Non sapete nemmeno cosa. Esiste una cosa che si chiama onore delle armi", ha proseguito Del Debbio, dando una lezione agli odiatori senza contegno. "Quando il nemico è sconfitto c'è un giorno di silenzio, un giorno che è il giorno del cordoglio che si dà anche al nemico. Anche nei duelli cavallereschi non si portava il corpo del morto in giro sfregiandolo. Si rendeva onore pur essendo nemico era un uomo che non c’era più per la famiglia, gli amici. Non avete avuto il senso cavalleresco di aspettare un giorno. Questa è umanità, che noi che lavoriamo qui non c'ha fatto bene di vederlo oltraggiato così", ha aggiunto.

"Berlusconi un genio, ne sono testimone"

Prima di aprire un'ampia pagina dedicata proprio al Cavaliere, Del Debbio ha quindi offerto ai telespettatori un personale ricordo del compianto presidente. "Berlusconi è stato un genio, un genio un po' particolare. Non era genio solo nel concepire le idee, che lo sono stati in tanti. Aveva già in testa già tutto il percorso per realizzarla. Non tralasciava un particolare. Ce l'aveva tutta in testa. Prima, non dopo", ha affermato, dicendosi testimone di questa dote. "Avevo 34 anni… Sono testimone della discesa in campo, dell’ingresso di Berlusconi in politica. Quando ci riunimmo a novembre c'ero, perché ero incaricato a scrivere il programma. Lui aveva già tracciato il percorso per arrivare al 27 marzo 1994. E poi è andata proprio così", ha rammentato il giornalista.

La lezione di Del Debbio agli anti-Cav

Infine, la strigliata a chi non si è fermato nemmeno davanti alla morte: "Abbiate un po’ di rispetto per chi è più grande di voi. Anche se ne pensate il peggio possibile. Abbiate almeno il coraggio di riconoscere la grandezza del vostro nemico, nemico perché lo avete voluto voi.

Abbiate almeno il dovuto rispetto alla grandezza di un uomo che è stata riconosciuta da tutti".

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