Accorrete amanti della decadenza delle civiltà. Il mondo della produzione musicale è un ghiotto panorama di tramonto d'Occidente. Vi si aggirano immense cariatidi e dinosauri rock che ancora fanno un bel po di quattrini, molti più coi loro mastodontici tour che con le vendite dei dischi. E poi nuovi volti, corpi e icone che hanno imparato i segreti del business, e mietono danari con sistemi sempre più fantasiosi.
La rivista Forbes ha pubblicato la top ten dei musicisti più ricchi del 2010. Al primo posto gli U2 con 130 milioni di dollari: ogni data del loro tour porta dieci milioni in cassa. Il gruppo di Bono Vox massimalizza i ricavi proprio mentre si fa sentire una certa stanchezza creativa, vedi ultimo disco e tour, ma è sempre unistituzione del mercato. Al secondo posto i veri evergreen del rock duro, gli Ac/Dc. Se gli U2 non sono di primo pelo il gruppo di Angus Young è probabilmente allultimo, ma ciò non gli impedisce di guadagnare 114 milioni di dollari nellultimo anno, in 99 concerti.
Al terzo posto c'è la prima dei giovani, Beyoncé Knowles, 31 anni, che sfrutta in pieno londa indispensabile delle forme commerciali alternative. I suoi 87 milioni di dollari provengono infatti da un vero e proprio impero del business: contratti con la Nintendo, con LOreal, una casa di moda, una novantina di concerti. Al quarto posto un altro evergreen, Bruce Springsteen, con 70 milioni di dollari e oltre due milioni di biglietti venduti ai concerti. E al quinto Britney Spears, che non ha più ne letà, né la silhouette della scolaretta che cantava Hit me baby one more time, ma oltre alla tournée mette a frutto contratti con Elizabeth Arden, Candies, eccetera. Lunica vera novità tra i primi dieci è Lady Gaga, settima, che è un camaleonte dell'immagine - è la star che ha portato allestremo il postmoderno, con i travestimenti, lambiguità sessuale, eccetera. Ma soprattutto è un genio nel settore marketing: da qualche mese ha firmato un contratto miliardario con la Polaroid per occuparsi di un non ben definito comparto immagine, ha accordi in corso anche con la Virgin Mobile, con la Monster Cable e con la Viva Glam. Si aggiungano i ricavi dei concerti e si arriva a 62 milioni di dollari nellultimo anno. Il primo degli italiani invece, ce lo dice unaltra classifica, quella di Billboard del marzo scorso è Andrea Bocelli, intorno al quarantesimo posto.
Insomma i numeri di un mercato musicale in crisi come il resto delleconomia, ma flagellato anche dal download illegale e dalla rarefazione della discografia, ci consegnano un panorama un po da giungla, segnato dalle falcate dei vecchi dinosauri da una parte, e dagli arrembaggi dei giovani pirati dallaltra. Un mercato diviso a metà riguardo alle vendite dei dischi. Se gli U2, Springsteen, gli Ac/Dc hanno alle spalle un sostanzioso catalogo e parecchi long seller, anche grazie a un pubblico la cui età media è sempre più alta e che tende a spendere soldi per i dischi e il download dei brani dai siti legali, il pubblico giovane delle nuove icone pop sembra refrattario allacquisto della musica. Smanetta moltissimo con emule e youtube che permettono in modo illegale, semilegale o paralegale di ascoltare musica gratis. Le nuove star, giustamente si adeguano e si buttano su altre forme di business.
E anche le prospettive per il mercato dei concerti non sono esaltanti, se è vero che il colosso della vendita dei biglietti Livenation, si aspetta un forte calo per il prossimo anno. Data la situazione latteggiamento delle grandi case discografiche sembra come sempre attendista e indeciso. È di pochi giorni fa la notizia che la Apple records renderà disponibile su Itunes il proprio catalogo.
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