da Lecce
Al posto di una flebo di vitamine, gli ha iniettato una dose di eroina: così, seguendo un piano messo a punto nei minimi dettagli, uninfermiera di 32 anni, Lucia Bartolomeo, ha ucciso il marito, Ettore Attanasio, un fabbro di 36 anni. È accaduto a Taurisano, piccolo centro della provincia di Lecce, dove la polizia è riuscita a fare chiarezza incrociando le testimonianze con gli accertamenti tecnici e risolvendo questo vero e proprio giallo innescato da un movente passionale. La donna da tempo aveva una relazione extraconiugale e aveva deciso di liberarsi del marito per poter vivere con il suo amante, il quale era alloscuro di tutto. Ed è stato proprio lui a fornire un contributo decisivo alle indagini rivolgendosi al medico per verificare se il fabbro fosse effettivamente morto per un tumore, come gli aveva riferito la donna: il dottore ha smentito questa notizia e ha informato la polizia. Subito dopo sono scattati gli accertamenti, che si sono conclusi con larresto dellinfermiera.
Lomicidio risale a un anno fa. Era il 30 maggio del 2006, quando Attanasio fu soccorso dal 118 nella sua abitazione: per lui non cera più niente da fare. In un primo momento la causa del decesso fu individuata in un arresto cardiocircolatorio: lipotesi era che fosse stato colpito da un infarto. La moglie era ormai sicura di essere riuscita a mettere in atto il suo piano, un folle copione studiato evidentemente da tempo che secondo gli investigatori prevedeva due fasi: liniezione letale e una serie di false dichiarazioni per far passare la convinzione che il marito avesse problemi di salute. Ma i primi sospetti sono cominciati ad affiorare dopo le insistenti voci del paese, subito raccolte dalla polizia: la donna aveva da tempo una relazione extraconiugale, una situazione che ha indotto gli inquirenti a non archiviare la vicenda. Al contrario, la squadra mobile di Lecce ha avviato unaccurata indagine corredata da delicati accertamenti tecnici. I dubbi che si sono accavallati attorno alla versione fornita dallinfermiera hanno preso maggiore consistenza dopo la riesumazione della salma e il verdetto dellautopsia. Al termine di esami chimici sui reperti organici è stato infatti chiarito che Attanasio prima di morire aveva assunto una dose letale di eroina. Inoltre, nel corpo è stato rilevato un micidiale cocktail di sostanze: morfina, codeina e acetilmorfina. È stata la svolta dellinchiesta. Il fabbro, infatti, non aveva mai fatto uso di sostanze stupefacenti. E così, piano piano, il mosaico investigativo ha cominciato a delinearsi nonostante il depistaggio della moglie. Già alcuni giorni prima dellomicidio, la donna si è assentata dal lavoro dicendo che doveva occuparsi del marito, che ormai ripeteva era in fin di vita. Una versione che ha fornito anche allamante, al quale ha inviato alcuni messaggi con il telefono cellulare spiegando che Attanasio, malato di tumore, era in coma e veniva alimentato con la flebo. Insomma, una vera e propria cortina fumogena per coprire il suo piano. Poi lultimo atto: secondo gli investigatori, linfermiera ha finto di somministrare le vitamine e ha invece praticato uniniezione di eroina provocando la morte del fabbro per overdose. La donna pensava di essere riuscita a completare il suo disegno criminale, ma con il passare delle settimane gli investigatori hanno smascherato le menzogne architettate per preparare lomicidio. E alla fine è scattato larresto.
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