Politica

Uccise il figlio e molestò 2 bimbe ma per i giudici può restar libero

Nel giro di cinque giorni è stato condannato due volte: prima a cinque anni di carcere e ieri ad altri quattordici

Carmine Spadafora

da Napoli

L'assalto è scattato alle 7,20, nell'ultima curva dello svincolo di Nola, dell'autostrada Napoli-Bari, un lungo e tortuoso nastro di asfalto, che immette sulla A/30. Un autocarro messo di traverso ha costretto il conducente di un furgone portavalori della «Security Service», a frenare bruscamente. Dietro al blindato, c'erano loro, tre o quattro criminali, che li seguivano a bordo di una Citroën Xsara, armati di pistole e bombe a mano. Altri complici, almeno due o tre, erano in attesa, anch'essi armati, dietro ad un terrapieno dello svincolo autostradale.
Professionisti navigati, avevano studiato la rapina nei minimi particolari. Trasportava 500mila euro, destinati agli uffici postali del Nolano il furgone. I banditi sono usciti di corsa dalla Xsara, lo stesso hanno fatto i loro complici, che li attendevano in autostrada: uno aveva il compito di piazzare una bomba a mano sul parabrezza del blindato, per intimidire e per costringere i tre vigilantes del blindato a uscire dall'abitacolo e ad arrendersi. Ma, le tre guardie giurate della «Security Service», non sono restate a guardare: il conducente è stato lesto a innestare la retromarcia, andando a cozzare con il muso della Xsara, rendendola inutilizzabile per la fuga. L'imprevista reazione delle guardie giurate, ha scatenato la ferocia dei malviventi, i quali hanno aperto il fuoco con le loro pistole calibro 9, sforacchiando i vetri e le lamiere del portavalori.
Dal blindato hanno sparato anche i vigilantes, uno, attraverso la feritoia dell'abitacolo del furgone, colpisce alla testa uno dei malviventi. Crolla sull'asfalto il bandito, sotto gli occhi dei suoi complici. Fallito il colpo, i cinque malviventi, vedendo la loro vettura distrutta, fuggono, qualcuno forse a piedi per le campagne, altri, probabilmente, a bordo di un'altra auto posizionata davanti all'autocarro, utilizzato per bloccare la corsa del blindato.
Via radio le tre guardie giurate, illese, danno l'allarme allo loro centrale operativa. Dalla «Security Service» avvertono i carabinieri del comando di Nola e gli agenti del commissariato. In pochi minuti, militari e polizia raggiungono lo svincolo di Nola, scatta una colossale caccia all'uomo nelle campagne del nolano. Le ricerche continuano per ore ma dei cinque malviventi, non vi è traccia. A pochi chilometri dalla tentata rapina, davanti ad una concessionaria di auto, gli investigatori recuperano un'auto poi risultata rubata. Intanto, il cadavere del malvivente ucciso, viene portato all'obitorio. Occorre qualche ora per identificarlo ma quando il suo nome e la sua carriera criminale, sono finalmente noti, per i carabinieri c'è finalmente una traccia concreta sulla quale poter lavorare, per poi puntare all'arresto dei cinque malviventi riusciti a sfuggire alla cattura.

Il bandito ucciso si chiamava Francesco Berriola, aveva 36 anni e viveva ai Quartieri spagnoli, zona del centro storico di Napoli ad alta densità criminale.

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