Uccise i genitori per debiti: ex Br in manette

Torre Annunziata (Napoli)Due anni e un mese dopo i carabinieri hanno fatto piena luce sul duplice omicidio di una coppia di anziani, massacrati a colpi di martello sulla testa nella loro abitazione al Corso Vittorio Emanuele, nel Centro di Torre del Greco (Napoli). Era il 6 agosto del 2009: a denunciare la morte violenta di Filiberto Sorrentino, 92 anni e della moglie, Vincenza Marcianò, 80, fu il figlio che telefonò ai carabinieri e disse «Venite a casa. I miei genitori sono stati uccisi». A distanza di 25 mesi, altro orrore si aggiunge all’orrore di quel 6 agosto: il massacratore di Corso Vittorio Emanuele è Maurizio Sorrentino, ex brigatista rosso, figlio delle due vittime. L’indagato, arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo del Gruppo di Torre Annunziata, nella sua casa di Monterosi, nel viterbese, avrebbe eliminato i genitori per appropriarsi dell’eredità e saldare i suoi debiti con i creditori e simulando contemporaneamente una rapina per poche centinaia di euro. L’indagine è stata coordinata dalla Procura di Torre Annunziata diretta dal Procuratore Diego Marmo e affidata ai carabinieri, che fin dal primo momento avevano sospettato del figlio della vittima, un passato da criminale, per avere militato nella colonna napoletana delle Brigate rosse. Negli anni di piombo Sorrentino era stato arrestato per associazione sovversiva e banda armata. Fu arrestato nel 1981, restò detenuto fino al 1989. Di lui, una volta uscito dal carcere, non si è saputo più nulla. Ha messo su famiglia a Monterosi dove fino a due giorni fa ha vissuto con la moglie e i due figli.
L’ex bierre aveva messo gli occhi sul patrimonio di famiglia per saldare i suoi debiti, pare si tratti di poche decine di migliaia di euro. Secondo gli inquirenti della Procura di Torre Annunziata, Sorrentino avrebbe ordito un piano, poi messo in pratica agli inizi di agosto per appropriarsi di parte dell’eredità. Intorno al 2, l’ex bierre va a casa dei genitori. Senza alcuna pietà, martello in pugno, si scaglia contro il padre, che vive da tempo tra la poltrona e il letto e lo uccide. Poi, si avventa anche contro la madre. La donna cerca di sfuggire alla furia del figlio, ma viene raggiunta in cucina e uccisa anche lei con diversi colpi alla testa. Prima di andare via, l’assassino si appropria di titoli per svariate centinaia di migliaia di euro e torna a casa da moglie e figli. Poi si prepara l’alibi: tempesta di telefonate i vicini, la portiera, per chiedere notizie dei genitori, dicendosi preoccupato per la loro sorte. Completa la sceneggiata, tornando a Torre del Greco il 6 agosto. Apre la porta di casa e telefona ai carabinieri. Nei giorni successivi Sorrentino viene interrogato diverse volte in caserma, le sue dichiarazioni rese da testimone sono a volte contraddittorie. Un particolare colpisce i carabinieri: le due vittime non avevano mai dato le chiavi di casa al figlio, ma lui era riuscito a procurarsele e il 2 agosto aveva colto gli anziani di sorpresa. Durante una perquisizione nell’abitazione dell’ex terrorista i carabinieri trovano un asciugamano e un borsone dei genitori. Sospetto dopo sospetto, prova dopo prova, Procura e carabinieri hanno acquisito la certezza che l’assassino di Corso Vittorio Emanuele era lui. La famiglia Sorrentino si componeva inizialmente di 5 persone, padre, madre e tre figli.

Prima dei coniugi, per motivi di interesse era stato ucciso un altro figlio della coppia. Un loro vicino alla notizia dell’arresto dell’ex br ha detto: «Maurizio in quella famiglia è come se non fosse mai esistito. Sono morti quasi tutti, resta solo una sorella di Milano».

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