La strada per raggiungere nuove leggi che garantissero maggior sicurezza sulle strade è stata lunga e non priva di ostacoli. E, ora che il traguardo è stato raggiunto, qualcuno (esponenti di alcune realtà del mondo dell'autotrasporto) sembrerebbe intenzionato a fare marcia indietro, preoccupato dalle sanzioni. Sarebbe una pericolosissima manovra in retromarcia sul cammino della sicurezza sociale e della circolazione fin qui compiuto e che non troverà mai la condivisione di Fai Conftrasporto, convinta oggi più che mai che le disposizioni entrate in vigore siano in linea con gli obiettivi enunciati e che il combinato disposto da quanto previsto dal Codice della strada e dalla legge 122 (che responsabilizza la filiera del sistema produttivo) rappresenti il raggiungimento di quanto gli autotrasportatori seri, responsabili, professionali auspicavano da tempo. Ciò che a questo punto del percorso bisogna fare è continuare a guardare avanti, indicando alla pubblica amministrazione nuove strade affinché vengano recepite le importanti novità legislative introdotte senza travalicare quanto concordato tra il Governo e le associazioni ma, allo stesso tempo, evitando forzature interpretative. Ne segnaliamo alcune che riguardano il computo dei tempi di guida e le relative sanzioni che stanno penalizzando le imprese nazionali, anche in termine di competitività. Innanzitutto sarebbe auspicabile che la lettura dei dati registrati dai cronotachigrafi non fosse solo il frutto delle risultanze fornite dai sistemi informatici ma piuttosto di una valutazione intelligente da parte dei funzionari. Comminare sanzioni perché un conducente ha superato il tempo di guida di un minuto non è razionale.
Sanzionare le imprese se lattività notturna supera le quattro ore consecutive nella fascia oraria tra la mezzanotte e le 7 del mattino può essere logico in senso generale, ma è un non senso rispetto al calendario dei divieti di circolazione che, proprio per far meglio defluire il traffico in alcuni periodi dellanno, lo consente solo in alcune fasce notturne. Far arrivare le merci a destinazione quando servono, seguendo il ciclo produttivo, non è una scelta del trasportatore ma un'esigenza dello stesso sistema produttivo. E se da una parte il Governo "manovra" per spostare il traffico pesante dal giorno alla notte (come dimostrano gli incentivi alla guida notturna con una maggior riduzione sui pedaggi autostradali notturni) , dall'altra non può punire chi raccoglie questa opportunità impedendogli di guidare, se fresco e riposato, oltre le quattro ore consecutive. Le manovre vanno ideate e realizzate evitando pericolosi "tastacoda". E' solo analizzando questi pochi semplici concetti che si possono evitare complicazioni alle imprese e brutte figure al ministero. Cancellando le molte perplessità che riguardano anche alcune innovazioni giuridiche. Un esempio? Considerare responsabili oggettivamente le imprese quando il conducente supera i tempi di guida (come sostiene la circolare ministeriale) è una notevole forzatura. Nel regolamento in vigore nei Paesi comunitari si sostiene che limpresa non può essere considerata responsabile delle infrazioni commesse da un dipendente se ha messo in atto accorgimenti atti a indurre comportamenti virtuosi.
Linterpretazione ministeriale, a fronte di una infrazione, non consente neppure la possibilità di dimostrare circostanze esimenti. Gli agenti preposti somministrano su strada infatti le sanzioni previste non solo ai conducenti ma anche alle imprese. Una recente sentenza della Cassazione penale estende allimpresa la responsabilità solo se lorganizzazione dei tempi di guida e di riposo non rispetta le disposizioni del regolamento. Questo rende indispensabile lobbligo della contestazione all'azienda della violazione prima di elevare la sanzione.
* Presidente nazionale
Fai Conftrasporto
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.