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La Ue boccia Giggino "20 anni per smaltire i rifiuti di Napoli"

Il commissario Ue all’ambiente Potocnik: "La situazione a Napoli è una vergogna. Non ci saranno soluzioni veloci". Il sindaco: il Comune sta facendo più del dovuto

La Ue boccia Giggino "20 anni per smaltire i rifiuti di Napoli"

Le parole che piombano addosso a de Magistris sono pesanti come i cumuli di rifiuti che giacciono per le strade di Napoli. La situazione in Campania è "una vergogna che va avanti da anni" e per cui "non ci saranno soluzioni veloci". A sputare la sentenza è il commissario Ue all’ambiente Janez Potocnik davanti alla commissione petizioni dell’Europarlamento.

Potocnik è andato giù duro, accusando di "malagestione" il procedimento di smaltimento dei rifiuti che ha fatto sì che "i problemi si sono accumulati" al punto che "nessuno può essere fiero di quello che è successo nella città e ci vorranno almeno 20 anni per smaltire i rifiuti ammassati. È spaventoso".

Insomma, da un lato c'è il sindaco di Napoli che si è spesso vantato di aver risolto il problema della monnezza (il 27 agosto scorso de Magistris a Repubblica sosteneva che la sua prima vittoria fosse stata proprio quella dei rifiuti e l'11 novembre scorso il suo vice dichiarava l'emergenza ufficalmente finita) e dall'altro c'è Bruxelles che vede nero.

"Io non penso che ci saranno soluzioni veloci", ha ribadito Potocnik davanti alla commissione dell’Europarlamento presieduta dall’eurodeputata pdl Erminia Mazzoni. Bruxelles ha già inviato all’Italia una notifica formale nell’ambito della procedura d’infrazione ma, ha assicurato il commissario, "posso garantire che continueremo a seguire la situazione da vicino". Allo stesso tempo, però, "anche se si dovrà trovare una soluzione complessiva e che richiede tempo" al problema della gestione dei rifiuti, altre misure come la raccolta differenziata "devono essere messe in atto e in fretta, non ci sono scuse", ha proseguito Potocnik, concludendo con un perentorio: "Non ci sono scuse per i ritardi".

A spiegare cosa realmente comporti la mancata applicazione delle norme europee sull’ambiente, ci ha pensato lo stesso commissario. Si parla di una cifra che si aggira intorno ai 50 miliardi di euro all’anno. "Solo le violazioni della direttiva sul trattamento dei rifiuti provocano perdite di 67 miliardi di euro, mentre se venissero pienamente applicate si potrebbero creare oltre 600mila posti di lavoro nell’Ue", ha precisato Potocnik.

L'ex pm de Magistris ha il fiato della commissione europea sul collo, ma, a suo dire, sembra che non ci sia nulla di cui preoccuparsi. "Tutto quello che il Comune doveva fare in tema di rifiuti lo sta facendo e, anzi, fa di più", ha risposto il sindaco partenopeo, che poi ha precisato: "Quello che dovevamo fare lo stiamo facendo in collaborazione con la Regione e la Provincia, ma per quanto riguarda il piano lo si deve chiedere al presidente Caldoro che intrattiene i rapporti direttamente con Bruxelles, avendo ritenuto di intrattenerli direttamente come presidente della Regione Campania".

Intanto, a fine settimana scadranno i due mesi di tempo che la Commissione europea ha concesso all’Italia per rendere noto a Bruxelles le misure da attuare "con azioni precise e in tempi brevi all’emergenza rifiuti a Napoli".

"Ci aspettiamo una risposta alla nostra lettera di messa in mora decisa dalla Commissione europea il 29 settembre scorso", ha dichiarato Joe Hennon, portavoce del commissario europeo all’ambiente Potocnik. Missiva che rappresenta la seconda procedura d’infrazione ai Trattati Ue, dal momento che l’Italia non si è ancora conformata alla prima condanna della Corte di giustizia sulla gestione dei rifiuti a Napoli. Se la Commissione dovesse adire nuovamente alla Corte, l’Italia rischierebbe una seconda condanna, accompagnata da pesanti sanzioni.

Comunque sia, è indubbio che l'incapacità di gestire il problema rifiuti oltre le logiche della colpa e della innocenza della propria parte sia il peccato capitale della politica partenopea.

Ma de Magistris forse avrebbe fatto meglio a non promettere ciò che non si può mantenere.

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