da Milano
Gli ultimi giorni del governo Prodi sono la corsa più pazza del mondo. Obiettivo: occupare più caselle possibili prima di andarsene. Primi verso il traguardo galoppano Giuseppe Fioroni e Antonio Di Pietro, agilissimi con qualcosa come una nomina al giorno. Seguono gli altri ministri, premier Romano Prodi compreso, in una gara a non restare indietro che nei giorni scorsi ha visto un affannato Alfonso Pecoraro Scanio recuperare posizioni con il colpaccio di Giuliano Tallone all’Ente parco nazionale del Circeo. Chi perde la gara sulla quantità non è detto che debba rinunciare al premio qualità, Alessandro Bianchi docet. Il ministro dei Trasporti è riuscito a promuovere in due semplici mosse un suo ex compagno di scuola e il cugino di un dirigente. Se poi ci fosse un premio faccia tosta, sarebbe ancora Bianchi ad aggiudicarselo: il suo ultimo avviso per l’ultima infornata di nuovi dirigenti scade il 14 aprile, il giorno del voto.
La classifica
Fra gennaio e febbraio c’è stato il boom. In due mesi il governo ha promosso o confermato due dirigenti al giorno, per un totale di 120. Penne più veloci del West Fioroni e Di Pietro, che hanno firmato fra le 25 e le 30 nomine a testa. S’è dato da fare anche il ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro, che di decreti ne ha siglati dodici. E poi Prodi, a quota sette come il ministro del Lavoro Cesare Damiano, Emma Bonino con cinque al Commercio internazionale, Livia Turco con quattro alla Salute.
Amici e parenti
Il più disinvolto è stato Bianchi. Che con due decreti, il 26 marzo e il primo aprile, su 16 nuovi dirigenti generali, ha nominato nell’ordine: il capo della segreteria tecnica del viceministro Cesare De Piccoli, Enrico Maria Pujia, mai ricoperto un incarico di rilievo in vita sua. Enrico Finocchi, cugino di un altro dirigente, Amedeo Fumero. Virginio Di Giambattista, amico e vice di un altro direttore generale, Amedeo Gargiulo. Giampaolo Basoli, ex compagno di scuola del ministro, oltre che suo vicecapo di Gabinetto, mai superato il concorso per diventare dirigente. Ma anche gli altri si son dati da fare. Fioroni ha nominato dirigente generale Roberto Uboldi, ex assessore della Margherita a Verona, non rieletto nel 2006. E ha creato una sovrintendenza ad hoc per il suo vicecapo di Gabinetto, Antonio Coccimiglio. Dal canto suo, Di Pietro ha promosso il suo collaboratore Gaetano Fontana e il compaesano Mario Mautone, ex provveditore alle opere pubbliche del Molise.
In corner
L’ultima nomina porta la data dell’8 aprile e l’ha firmata Pecoraro Scanio: a cinque giorni dal voto, il ministro dell’Ambiente ha messo alla guida del Parco del Circeo Giuliano Tallone, presidente Lipu, attuale dirigente dell’agenzia regionale parchi del Lazio. A proposito di tempismo, all’Ambiente c’è da segnalare anche una consulenza: era il 21 febbraio, il governo era caduto da un mese e Pecoraro Scanio assegnava un incarico di «supporto uffici di Gabinetto sulle tematiche ambientali con particolare riferimento alla rivisitazione del quadro normativo esistente...» a tal Gaetano Benedetto: 25mila euro lordi per tre mesi, fino al 15 maggio. Ma il meglio lo ha dato ancora Bianchi: i dirigenti di seconda fascia che fossero interessati a diventare dirigenti generali, dovranno comunicarlo entro il 14 aprile, il giorno del voto.
Il danno e la beffa
Càpita che i nuovi salti di carriera siano stati decisi quale atto finale della scissione, voluta dal governo Prodi, dei vecchi ministeri, Istruzione e Università, Trasporti e Infrastrutture, per citare due esempi.
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