Ultima notte di dubbi per i piloti incontentabili

Ma Cgil e Ugl premono: «Dimostrino responsabilità, coi diritti esistono anche i doveri»

da Roma

C’è l’accordo. Ma non in cabina. L’ultima barriera all’offerta «salva-Alitalia» della Cai è quella del fronte più intransigente: i piloti.
Le riunioni-fiume di ieri non sono bastate, la garanzia che la riduzione dei livelli salariali sarà contenuta nel 6-7 per cento, rispetto alle buste paga attuali, nemmeno. Primo faccia a faccia nella sede dell’esecutivo alle 9 di ieri mattina. Poi è arrivata la notizia della firma dell’intesa da parte dei sindacati, Cgil compresa. E Anpac e Up sono state riconvocate a Palazzo Chigi. Ma la seconda riunione non ha cambiato di molto la situazione: le due sigle si sono alzate dal tavolo della trattativa alle otto di ieri sera lasciando in bianco i fogli dell’accordo. Il termine però è stato prorogato alle 13 di oggi, su proposta di Gianni Letta.
Un gesto di disponibilità, quest’ultimo, che è stato salutato con favore dal numero uno dell’Anpac, Fabio Berti. «Domani (oggi, ndr) continueremo a lavorare. Lo spostamento del limite è un segnale molto importante, la trattativa è in un fase estremamente delicata, per ora non è stato raggiunto nessun risultato, ma il fatto che prosegua è un dato positivo». Nessun commento invece, al termine della riunione serale, da parte di Massimo Notaro, presidente di Up, che dopo la firma dell’accordo da parte dei sindacati, nel pomeriggio, aveva minimizzato le possibilità di una conclusione positiva: «L’accordo non verrà firmato dai piloti».
La linea dura dunque resiste, e nonostante l’intesa sia più «morbida» nei confronti del personale di volo al momento non ci sono troppi spiragli. L’accordo prevede infatti circa mille esuberi, e tra prepensionamenti e ricollocamenti (nel settore Cargo e all’Enac), a trovarsi in cassa integrazione sarebbero in tutto circa 200 piloti.
Ma tra quelli il cui posto è a rischio, naturalmente, ci sono i comandanti con maggiore anzianità di servizio, che hanno tra l’altro i livelli salariali più elevati, e che in gran parte sono sindacalizzati e dunque «sposano» in pieno l’intransigenza delle sigle che rappresentano la categoria nella trattativa.
Ma le diplomazie sono comunque al lavoro e la Cai sembra intenzionata a cercare, se possibile, di non accontentarsi della firma dei sindacati, per cercare un’intesa più vasta, che comprenda anche le associazioni dei piloti. Il cui via libera non è comunque decisivo per il futuro assetto della compagnia di bandiera. E non è nemmeno escluso che, pur rifiutandosi di firmare l’accordo, gli aderenti ad Anpac e Up decidano di limitarsi a manifestare il proprio dissenso verso i termini dell’intesa senza però indire scioperi o agitazioni.
Eppure molti vedono una soluzione positiva più vicina. Anche perché, ora, a spingere per un consenso più largo sull’offerta della Cai sono gli stessi sindacati. Ieri il leader della Cgil Guglielmo Epifani ha espressamente chiesto a piloti e assistenti di volo «un passo di responsabilità»: «Accanto ai diritti ci sono anche i doveri - ha spiegato Epifani nel suo appello alle sigle del personale di volo - tanto più perché se la compagnia avrà un futuro anche per loro il mercato si aprirà. Quella piccola rinuncia di oggi, domani potrà essere più che compensata». Messaggio condiviso dal segretario generale dell’Ugl, Renata Polverini, che dopo aver salutato l’allargamento alla Cgil del consenso sull’accordo ha aggiunto: «Ci auguriamo che con lo stesso senso di responsabilità e impegno si possa raggiungere anche il consenso necessario dei piloti e degli assistenti di volo». E nel giorno della svolta, dispensa ottimismo per quanto riguarda l’ultima vertenza ancora aperta anche il ministro del Lavoro e del welfare, Maurizio Sacconi.

«Auspichiamo davvero che le associazioni professionali dei piloti possano partecipare all’accordo», ha spiegato ieri l’esponente dell’esecutivo: «Ci sono tutte le condizioni perché ciò accada».
Oggi, alle 11, l’ultimo, decisivo incontro tra piloti e Cai a Palazzo Chigi.

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