Le ultime lettere

2GIORNATA DEL MALATO
Chiediamo un parere

a chi è in carrozzella
Domani, 11 febbraio alle ore 15, si celebrerà nella Cattedrale di San Lorenzo una concelebrazione presieduta da S.E. il Cardinale Angelo Bagnasco in occasione della XVII «Giornata Mondiale del Malato». Saranno presenti circa 300 malati e altrettanti volontari di varie associazioni quali: Oftal, Unitalsi, Smom, S. Egidio, Davide Chiossone, SaS San Martino, CVS, SaS Galliera, Anfass, Anspi/Evoal, C.R.I., AVO, Istituti Don Orione, e altri ancora. Nell’occasione sarà amministrato anche il Sacramento dell’Unzione degli Infermi.
Sarebbe bene chiedere a malati in carrozzella da 10, 20, 30 anni cosa ne pensano della loro vita di sofferenza.
Distintamente.
Ufficio diocesano

per la Pastorale della Sanità
2LA REGIONE FRIULI
Sfruttiamo

il lavoro dei Nas
Lanciamo un appello accorato al Presidente della Regione Friuli Renzo Tondo perché non si limiti a scrivere lettere di supplica alla proprietaria della Clinica la Quiete ma si adoperi a salvare la vita di Eluana. Con provvedimento urgente e appellandosi alle irregolarità rilevate dai Nas. Ordinando il sequestro della stanza in modo tale da consentire la ripresa immediata dell'alimentazione della giovane.
Mentre prosegue da oltre 80 ore il digiuno forzato di Eluana, si alternano le dichiarazioni di politici e rappresentanti di categorie. Ma nulla è cambiato nella situazione drammatica che sta vivendo una donna indifesa, una paziente gravemente disabile, un'italiana. La Regione Friuli Venezia Giulia sembra quasi “sedata” anche lei dall'equipe coordinata dal Professor Da Monte, di fronte all'emergenza di una vita che forzatamente si sta spegnendo. Forzatamente perché, lo ricordiamo, Eluana Englaro non morirà di morte naturale ma per omicidio. Affamare e assetare un individuo per farlo diventare un paziente terminale è un omicidio. Il presidente Tondo si appelli alle irregolarità rilevate dai Nas. Ordinando il sequestro della stanza in modo tale da consentire la ripresa immediata dell'alimentazione di Eluana. Non è una battaglia religiosa. La chiesa non c'entra nulla, è questione di rispetto del diritto alla vita, di umanità e buonsenso. Chi ancora ha il potere di intervenire ha il dovere morale di farlo, altrimenti si renderà complice di questo terribile omicidio».
Eraldo Ciangherotti
Presidente
di Federvita Liguria
2CASA DI RIPOSO
Meglio chiamarla

«La Quiete Eterna»
Spettabile «Il Giornale», in riferimento al caso della povera Eluana, consiglierei all’Istituto sanitario (?!) di Udine di cambiare la propria ragione sociale in Casa di Riposo - La Quiete Eterna.
Mi chiedo poi perché persone che hanno vinto (spesso non si sa come) un grigio concorso burocratico si arroghino il diritto di decidere la vita o la morte di una persona. È già dura digerire che per una mera convenzione giuridica siffatte persone possano mandare in prigione loro simili, ma che addirittura possano condannare a morte è veramente inconcepibile!
Ma non era possibile lasciarla alle cure amorevoli delle suore di Lecco, in attesa che Qualcuno, un po’ più in alto di noi decidesse più giustamente?
Cordiali saluti.
Franco Strumia
2VELTRONI & C.
Le grandi parole

della sinistra
Egregio Direttore, sul Corsera leggo che l'On. Veltroni in una intervista all'Unità dice che: ... «Berlusconi... mostra fastidio e intolleranza verso chiunque ha un'opinione diversa dalla sua...».
Egregio Direttore, sinceramente e obiettivamente nelle parole dell'On. Berlusconi non ho mai personalmente registrato ciò che dice l'On. Veltroni; anzi, ogni qualvolta cerco di parlare di politica con i miei conoscenti dei Sinistra, noto che hanno quasi tutti uno spirito aggressivo, intollerante e di odio personale verso chiunque non la pensa come loro. In questi giorni ho tentato di parlare anche del caso Englaro ma loro hanno subito spostato l'argomento su un piano politico-giudiziario dicendo che Berlusconi ha un secondo fine personale cioè distruggere la Costituzione e la Magistratura. Personalmente non sono indovino né astrologo ma posso dire che con le mie orecchie ho sentito Berlusconi dire che rispetta la Carta e che tutto il Governo ha trattato il caso Englaro secondo coscienza. I fatti parlano più delle parole.
Penso che la Sinistra e i Sinistri, con le loro parole non fanno altro che incoraggiare le persone perbene a stimare e apprezzare sempre più l'On. Berlusconi.
Distiti saluti.
Guerino Romeo
2A BOGLIASCO
Abbiamo acceso

un cero in chiesa
Caro dr. Lussana, sono il Priore della Confraternita di Santa Chiara di Bogliasco. Domenica, durante la S. Messa nel nostro Oratorio abbiamo acceso un cero con un nome: «Eluana». Poiché tra i nostri fini statutari esiste quello dell’assistenza agli ammalati, non potendolo fare diversamente abbiamo voluto questo simbolo per dimostrare la nostra vicinanza ad Eluana che soffre. Vorremmo anche che questa luce illuminasse anche le menti dei suoi assassini e soprattutto le menti di coloro che hanno voluto trasformare questa tragedia in una disputa ideologica, speculando su una Vita. E forse sarebbe bene smetterla di commuoverci per un albero tagliato o per un cucciolo di cane abbandonato se non sappiamo reagire di fronte alla unilaterale decisione di sopprimere una Vita umana.
Pier Luigi Gardella
Priore della confratermita Santa Chiara
2IN LOTTA PER LA VITA
Ma il «vechend»

resta scaro
Caro Direttore Lussana, sono le ventidue di sabato 7 Febbraio. Le ultime notizie che provengono dalla clinica che «Un nome, una garanzia», La Quiete, si propagano «Urbi et Orbi». Io noto che il partito della (dolce?) morte sta lavorando come i portuali di Genova, a «cottimo», mentre quello, opposto, per la vita, salvo sparuti gruppi che sostano proprio davanti a quell'edificio... tutti a casa per il sacrosanto «vechend». Chi ritenesse di interpretare questo mio commento come una critica a chi ci rappresenta in Parlamento è... sulla giusta strada. Con molti saluti.
Luigi Fassone - Camogli
2DISEGNO DI LEGGE
Ma non si poteva

lavorare di domenica?
Cara redazione, si vuole veramente salvare Eluana? A parte l’inopinato e discutibile rifiuto del Capo dello Stato (quanti decreti-legge e quante leggi di dubbia costituzionalità sono state fatte passare, per l’addietro, quanti decreti d’urgenza, non approvati, sono stati, più volte, reiterati, per motivi non nobili, come il caso di Eluana), come mai per l’esame del disegno di legge de quo, di estrema urgenza, non si lavora anche domenica e di notte?
Quanti sofismi ideologici, quanta ipocrisia, quanti interessi inconfessabili, paludati di alate parole, si oppongono a ciò che solo conta: salvare una vita!
Carlo Barbieri
Presidente
Famiglia & Civiltà
2SE «DEVE» MORIRE
Almeno diamole

un po’ di cianuro
Bravissimo direttore Giordano per la sua lettera aperta al medico che può e deve salvare Luana a Udine!!
Una sola riflessione: giacché deve seguire una sentenza di morte convalidata dalla vigente presidenza della Repubblica, ma contestata dal protocollo ispirandosi ai tecnici di Auschiwz sugli ebrei uccisi da gas in false camere di disinfezione in pochi istanti, non sottraendo a Luana l’acqua vitale ma la uccida, se la deve far morire, con qualche milligrammo di cianuro che è di effetto istantaneo senza un agonia di giorni: se la caverà umanamente e legalmente. Ciò che accade ad Udine mi dà sgomento e provo orrore all’evidente conformismo silente di tanti nostri concittadini presi dai loro passatempi di weekend comunque spesi.
Mi unisco nella mia pochezza all’urlo del «il Giornale» oggi come sempre degnissimo dell’indimenticabile Indro Montanelli.
Grato per l’attenzione, plauso ed ossequi.
Mauro Navone
2CONTRO NATURA
Un genitore non può

scegliere la morte
Caro Massimiliano, se anche fosse certo che Eluana volesse morire (e questa certezza non l’abbiamo) sono convinta che, chi ti ha dato la vita, non può darti la morte. È semplicemente contro natura, un genitore non può neppure pensarlo a meno che, la sofferenza gli tolga il lume della ragione.
L’incidente non ha ucciso Eluana, ma ha ucciso i suoi genitori. Giorno dopo giorno li ha resi incapaci di intendere e di volere: noi possiamo e dobbiamo rispettare il loro dolore, ma non possiamo né capire, né accettare la decisione di mettere nelle mani di un tribunale la vita della loro figlia. E un tribunale italiano oggi non può decidere di mandare a morte qualcuno, semplicemente perché in italia la pena di morte non c’è. Noi italiani ci indignamo, ci mobilitiamo e lottiamo ogni qualvolta veniamo a sapere che un condannato a morte in qualche angolo sperduto del mondo sta camminando verso la sua fine, ben sapendo che comunque in pochi minuti tutto sarà finito. In nessun carcere del mondo si viene lasciati morire di fame o di sete.

Che questo possa avvenire in un ospedale, una «casa di cura» per mano di coloro che curano la salute delle persone, i medici, è a dire poco atroce.
Non so come andrà a finire questa triste vicenda, quel che mi auguro è che, dopo aver parlato per giorni di morte, si ricominci a riflettere sul valore della vita.
Con profonda tristezza.
Brunella Maietta

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