Ultimo Natale con i sacchetti di plastica

Dal primo gennaio saranno vietati per legge buste e shopper non biodegradabili. Fra i massimi responsabili dell'inquinamento, secondo la Coldiretti ogni italiano ne consuma in media 300 all'anno e un quarto della produzione mondiale finisce nel nostro Paese.

"Quello che è appena cominciato sarà l'ultimo shopping di Natale con le buste in plastica, simbolo di consumo e di benessere ma anche causa di inquinamento e di degrado ambientale, alle quali restano oramai solo un mese di vita". Lo sottolinea la Coldiretti nel ricordare che il primo gennaio 2011 segnerà un passaggio storico con il divieto di produzione, commercializzazione ed utilizzo dei sacchetti in plastica non biodegradabili secondo quanto previsto nella Legge Finanziaria 2007, la cui scadenza originaria era stata prorogata di un anno.
"Quello che è divenuto un segno di attenzione all'ambiente da parte di molti supermercati e attività commerciali di varia natura, dal 2011 - aggiunge la Coldiretti - diverrà obbligatorio per legge per effetto della normativa nazionale che recepisce disposizioni comunitarie, in particolare la direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio".
Un giro di vite. "Perché gli italiani - ricorda la Coldiretti - sono tra i massimi utilizzatori in Europa di shopper in plastica con un consumo medio annuale di 300 sacchetti a testa.

In Italia arriva un quarto dei 100 miliardi di pezzi consumati in Europa dove vengono importati per la maggioranza da paesi asiatici come la Cina, Thailandia e Malesia. Il 28 per cento di questi sacchetti diventa rifiuto e va ad inquinare l'ambiente in modo pressoché permanente poiché occorrono almeno 200 anni per decomporli».

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