Umberto I, è giallo sull’iter dei lavori

L’assessore alla Sanità Augusto Battaglia si sta dando una gran pena per ribadire che i lavori di ristrutturazione del Policlinico Umberto I, almeno nel piano ipogeo, partiranno all’inizio del mese di febbraio. Praticamente già tra una settimana. Per il momento però non c’è alcun annuncio ufficiale su quella che dovrebbe essere la cerimonia per il taglio del nastro. Peccato, perché in quell’occasione l’assessore diessino potrebbe spiegare grazie a quale artificio si può dare inizio a lavori finanziariamente così importanti senza bandire una gara pubblica. Ma non è finita visto che, come spiega dettagliatamente il regolamento di attuazione della legge quadro sui lavori pubblici, c’è bisogno anche di rispettare la tempistica delle scadenze per la pubblicazione del bando, dare mandato a un’apposita commissione di esaminare le domande pervenute e, solo in ultima istanza, decretare il vincitore del bando: l’assegnatario dell’appalto. Nemmeno se Battaglia sostenesse di voler «spezzettare» l’appalto in più blocchi l’anomalia scomparirebbe. Viene quasi da supporre che magari l’assessore abbia già in mente a chi affidare i lavori, bypassando le «noiose» procedure burocratiche. Non sarebbe la prima volta, per questo genere di operazioni. Non si può dimenticare l’affidamento diretto della gestione dell’ente morale Anni Verdi, di valore stimabile pari a 80milioni di euro, a un consorzio di cooperative con il beneplacito della Cgil. In questo caso il valore del bene è di gran lunga superiore mentre, per la ristrutturazione del piano interrato, ci sarebbe lo stanziamento regionale di 50milioni di euro. E impegnare una cifra del genere semplicemente con una trattativa privata potrebbe essere considerata un’illegittimità.
Dal fronte politico le risposte non tardano ad arrivare. Per Stefano De Lillo (Fi), vicepresidente della commissione regionale Sanità, «l’annuncio dell’avvio dei lavori di ristrutturazione dell’Umberto I, dato dall’assessore Battaglia con tanto di riferimento temporale, è svuotato di ogni significato. Nella normativa vigente è chiaramente indicata la procedura dell’appalto per l’assegnazione dei lavori pubblici, mentre le modalità dell’annuncio ed i tempi indicati dall’assessore sembrano piovuti da un altro pianeta. Intorno al Policlinico si è alzato un polverone che nulla ha a che fare con l’impegno che una classe politica dovrebbe assumere per migliorare l’assistenza e che invece sta oscurando il lavoro dei medici e di chi onestamente e con efficienza vi lavora». Dal consigliere socialista Donato Robilotta invece arriva «il sospetto che quello che sta accadendo al Policlinico sia legato a uno scontro di potere riguardante la ristrutturazione, costruzione o vendita di alcuni ospedali. È bene chiarire subito che l’ospedale deve essere ristrutturato con una gara a evidenza pubblica e l’area deve restare esclusivamente ad uso sanitario, proprio per bloccare eventuali speculazioni edilizie». Su questo tema già due giorni fa è stata pubblicata sul Bollettino ufficiale l’interrogazione del senatore di Forza Italia Enrico Pianetta, già presidente della commissione d’inchiesta sul sistema sanitario durante l’ultimo governo Amato, che punta l’indice sulla liceità dell’affidamento da parte del manager Montaguti di uno studio sulla ristrutturazione di alcuni padiglioni del nosocomio da adibire a uso commerciale. Dal fronte sindacale la Fials Confsal tira in ballo il ministro del Lavori pubblici Antonio Di Pietro, al quale chiede l’intervento per «tirare le orecchie a quei consiglieri dell’assessorato alla Sanità che avrebbero suggerito a Battaglia di annunciare l’inizio della ristrutturazione senza una gara di evidenza pubblica».

Dalla Cisas università invece arriva la critica al presidente della commissione Sanità, Franco Dalia, che non ha ancora espresso alcuna difesa degli operatori sanitari e amministrativi del Policlinico dinanzi agli attacchi indiscriminati del manager ferrarese.

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