Umberto I, rischio di incidenti nei tunnel appena ristrutturati

Il bando di gara prevedeva che le tubazioni fossero sistemate in un cunicolo interrato, invece cavi, fili e tubi sono rimasti dov’erano, sospesi al soffitto dei tunnel appena ristrutturati, coperti soltanto da un sottile controsoffitto in cartongesso. Un’incongruenza, quella tra il progetto e la realizzazione dei lavori nelle gallerie ipogee del Policlinico Umberto I, su cui sta indagando la Procura. Gli interventi potrebbero non essere stati effettuati come previsto. E c’è il rischio di incidenti negli oltre due chilometri di sotterranei rimessi a nuovo con lavori cominciati il 25 marzo del 2008 e costati oltre dodici milioni di euro. I pazienti e il personale sanitario che transitano nelle gallerie potrebbero farsi male, rimanere addirittura ustionati.
L’allarme sicurezza arriva da un’analisi della rete di distribuzione del vapore commissionata dall’ufficio tecnico dell’Umberto I e realizzata dalla Siram, la società che gestisce il servizio energia dell’ospedale universitario. Alcuni tratti delle tubazioni che trasportano vapore e condensa, nelle gallerie «sterilizzazione Dea» e «prima clinica medica», vengono classificati nella relazione tecnica con vita residua «pari a zero». Un’altra decina di tratti della rete vapore avrebbero invece vita residua inferiore a 5 anni. Sarebbero dunque alte le probabilità che uno di questi tubi si rompa, mettendo a rischio l’incolumità delle persone in transito e provocando anche sicuri disagi ai reparti.
Soltanto tre giorni fa il pm Maria Cordova ha sequestrato le carte relative alla ristrutturazione per chiarire cosa prevede il capitolato d’appalto e se le opere realizzate corrispondano effettivamente a quelle previste negli accordi. Il timore è che i lavori effettuati siano stati soltanto di facciata. La rete - emerge infatti dalla relazione tecnica già in mano alla magistratura - sarebbe la stessa di oltre 30 anni fa e negli ultimi dieci anni «non è stata sottoposta a significativi interventi di riqualificazione tecnologica». I recenti lavori, anzi, avrebbero complicato la situazione: la realizzazione del controsoffitto, infatti, ha confinato le tubazioni in uno spazio ristretto, ammassandole vicino i fasci dei cavi elettrici, rendendo difficili e limitati in alcuni tratti gli interventi di manutenzione o di riparazione. Da un controllo a campione sarebbero emersi inoltre numerosi crateri interni alle tubazioni provocati dall’erosione. In caso di fuorisucita di vapore (che scorre a 170° C) e condense calde, l’eventuale interessamento di persone in transito nelle gallerie comporta «il rischio diretto di ustioni e di effetto panico nell’area circostante per la diffusione di nebbie da vapore». I tecnici concludono con qualche raccomandazione per prevenire incidenti, la cui realizzazione comporterebbe la riapertura dei cantieri in molti tratti delle gallerie ipogee appena rimesse a nuovo: i tubi con vita residua inferiore ai due anni dovrebbero essere sostituiti, entro tre anni sarebbe necessario programmare una nuova campagna di ispezione interna della rete, andrebbe previsto un sistema di ventilazione nel vano del controsoffitto delle gallerie.
Per il direttore generale del Policlino, Ubaldo Montaguti, «non vi è alcun allarme sicurezza nelle gallerie». L’unico problema riguarderebbe appunto le tubazioni che trasportano vapore e condensa. «Dalla radiografia del sistema - dice - sono stati individuati otto punti critici che però non generano rischi per personale sanitario e pazienti, ma potrebbero creare guasti alle condutture, peraltro molto vecchie».

Questa mattina il vicepresidente della Regione Esterino Montino effettuerà un sopralluogo per verificare lo stato dei lavori: «Gli interventi della prima fase - spiega i - erano destinati ad affrontare l’emergenza, mentre quelli per completare l’opera e spostare le tubazioni dal soffitto non sono conclusi e marciano con un ritardo inaccettabile».

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