Unabomber, giallo sulle forbici. La difesa: "False quelle trovate"

Gli avvocati di Elvo Zornitta: "Potrebbero essere state sostituite". Il gip: via alla sesta perizia

Unabomber,  giallo sulle forbici. La difesa: "False quelle trovate"

Trieste - L’ingegnere Elvo Zornitta, ex mostro disoccupato, si gode la rivalsa, incapace di un sorriso. C’è da capirlo, «La storia mi ha distrutto, le cicatrici rimarranno... e poi, Unabomber poteva e potrebbe colpire chiunque, anche mia figlia». Il vento nuovo non lo scompone anche se gli avvocati vanno giù duro: «Contro gli inquirenti che hanno manipolato le prove chiederemo i danni e ci costituiremo parte civile». Zornitta è solo un’ombra. Nessun segno. Nemmeno quando terminata l’udienza aspetta i giornalisti andando irritualmente nei posti riservati alla Corte, lui indagato, a gomito del procuratore generale Beniamino Deidda, dei procuratore capo Nicola Maria Pace e del Pm Pietro Montone. Al centro, al posto del presidente della Corte il difensore Maurizio Paniz, quello che ha fatto esplodere la routine di un’inchiesta mal condotta con la storia allucinante delle prove contraffatte. L’incidente probatorio con altri accertamenti farà a pezzi le finte prove contro Zornitta. Il gip dispone infatti ulteriori esami, vista la «pertinenza, rilevanza e ammissibilità processuale».
Dal cilindro dei colpi di scena che l’inchiesta Unabomber ci ha ormai abituato spunta ora un’altra prova che potrebbe esser stata manipolata. Nuovo scenario: le forbici sequestrate nel capanno vicino a casa di Zornitta, potrebbero esser state infatti messe lì apposta o sostituite con un paio d’altre compatibili. Fino all’altro giorno si riteneva invece che quelle forbici avessero tagliato il lamierino rinvenuto nella chiesa di Portogruaro dove Unabomber aveva cercato di far esplodere un ordigno rudimentale nell’imbottitura di un inginocchiatoio. La settimana scorsa è invece finito indagato il consulente balistico dell’accusa Ezio Zernar accusato di aver tagliato lui stesso quel lamierino con le forbici sequestrate a Zornitta. Ora invece la difesa di Zornitta rilancia: «I due lati del lamierino - afferma Paniz - presentano strappi plastici che non si riscontrano nei campioni realizzati dagli inquirenti, né nei campioni realizzati dai periti: se ne deduce che le lame della forbice che ha tagliato il lamierino erano molto meno affilate di quelle del reperto n. 63 (ovvero sequestrate a Zornitta, ndr). Si tratta quindi di due forbici diverse». Qualcuno ha quindi sottratto la forbice? «Io quella Valex rossa da elettricista - spiega Zornitta - non la ricordo; a Pordenone nemmeno la vendono». «In genere l’ingegnere acquistava solo materiale al supermercato Lidl - aggiunge il difensore Paolo Dell’Agnolo - dove si vendono utensili più economici, mica le Valex». E pensare, come ha ricostruito Il Gazzettino, che la procura di Trieste lo voleva persino arrestare.
Invece, l’almanacco dei «fatti di assoluta gravità - prosegue Paniz - oggettivamente straordinari, dei comportamenti colposi ma anche dolosi» continua ad arricchirsi. Il lamierino a forma rettangolare, certo, che «è stato alterato con assoluta certezza nel lato B (il più corto) e con probabilità anche nel lato A». Un triangolino asportato di netto con una riduzione di quattro decimi di millimetro, lunga sette. Ma Paniz accusa ancora. I tecnici: «Il lamierino è stato trattato a mani nude e pulito con l’alcool. Inoltre l’ossidazione del lato dimostra che il taglio è avvenuto dopo il sequestro». La polizia si difende: «È abnorme che la forbice attribuita a Zornitta sia stata smontata e rimontata con inevitabile compromissione della vite di ricongiunzione dei taglienti». Ancora contro il perito d’ufficio (ovvero Rosati e Benedetti non citati) che «per 40 giorni hanno lavorato nell’esame dei lati sbagliati del campione trovando comunque delle corrispondenze con la forbice anche su lati non interessati al taglio».

E i Ris che non gli consegnavano il dvd con le foto dei reperti indispensabili per dimostrare la «volontaria manipolazione».
Chi voleva incastrare Zornitta? È stato Zernar, da solo? E tutti gli inquirenti che si sono succeduti nell’analisi del lamierino come mai non si sono accorti di nulla?
gianluigi.nuzzi@ilgiornale.it

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