Undici settembre: i capi di Al Qaida lo seguirono in tv

Rivelazioni di Wikileaks: i vertici dell'organizzazione di Osama bin Laden videro in diretta l'effetto dei loro piani segreti da una casa privata in Pakistan

Lo stato maggiore di Al Qaida, l'11 settembre del 2001, si trovava a Karachi, in Pakistan. È da là, esattamente all'interno di una casa privata, seguirono in tv lo svolgersi degli drammatici attentati a New York e a Washington che misero in ginocchio l'America.
È quanto emerge dai cable classificati diffusi da Wikileaks, frutto degli interrogatori ai 779 detenuti a Guantanamo, oggi pubblicati da diversi media inglesi e americani.
Il giorno dopo, scrive il «Washington Post», molti di loro si spostarono in Afghanistan, dove avrebbero pianificato nuovi attacchi, convinti di dover affrontare l'inizio di una lunga guerra. Proprio Bin Laden, secondo questi cable, quattro giorni dopo l'11 settembre, venne ospitato in una casa nella provincia afgana di Kandahar. In quell'occasione parlò ai suoi uomini, esortandoli a «difendere l'Afghanistan dall'invasione degli infedeli» e a «combattere in nome di Allah».
Era la prima tappa di un viaggio in macchina, lungo circa tre mesi, durante il quale il capo di Al Qaida e il suo vice, l'egiziano Ayman Al Zawahiri, hanno toccato diverse località afghane per incontrare alcuni leader talebani. Durante questo giro, Bin Laden visse anche in un luogo segreto, relativamente vicino a Kabul. In ottobre incontrò due malesi, Yazid Zubair e Bashir Lap, ambedue tuttora detenuti a Guantanamo. A metà dicembre, dopo l'inizio dei bombardamenti americani, Bin Laden dovette abbandonare il suo quartier generale, nelle caverne di Tora Bora. Ma prima di partire, fece l'ultimo appello alla lotta contro gli Stati Uniti e i suoi alleati. Quindi tornò in Pakistan. Qui si riunì con Khalid Sheik Mohammed, considerato la mente degli attentati dell'11 settembre, Abd al-Rahim al Nashiri, l'ideatore dell'attentato alla nave da guerra americana Cole, fatta saltare in aria in Yemen, e Abu Faraj al Libbi, uno dei sui collaboratori più stretti.
Nashiri ha riferito che in quel periodo si parlò di colpire obiettivi israeliani e americani in Marocco. Poi anche di far esplodere la base militare inglese di Gibilterra. Nei cable emerge anche la notizia di una certa tensione proprio tra Nashiri e Khalid. Pare che Nashiri fosse molto irritato del fatto che i suoi piani dinamitardi venissero cancellati senza che nessuno lo informasse per tempo.

Inoltre, nei documenti si racconta che per evitare distrazioni femminili, a Nashiri venivano «somministrate iniezioni di calmanti, in modo che si potesse concentrare meglio sulla guerra santa». Un anno più tardi, verso il novembre 2002, molti di loro sono stati intercettati da pakistani che lavoravano con la Cia e l'Fbi. Ma di Bin Laden, com'è noto, si sono perse le tracce.

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