Unicredit disegna Banca unica E la Befana porterà l’aumento

Sarà la Befana a lasciare i dettagli e soprattutto il prezzo dell’aumento di capitale da quattro miliardi nelle calze degli azionisti di Unicredit: l’operazione scatterà a gennaio. Nel frattempo il gruppo (meno 1,6% il titolo in Piazza Affari) procede con il progetto «Banca Unica» in vista del cda del 15 dicembre. Il maxi-riassetto (nome in codice «One4C»), che ieri ha superato il vaglio del comitato strategico dell’istituto guidato da Alessandro Profumo, prevede l’incorporazione di cinque controllate in un’unica grande holding. Contemporaneamente la Penisola sarà suddivisa in 11-12 «provincie», ognuna delle quali affidata a un «proconsole» dotato di ampie deleghe operative. Al corpo scelto dei «Profumini», come qualcuno in Piazza Cordusio ha soprannominato i nuovi luogotenenti, si affiancherebbero poi sette «ambasciatori», chiamati a mantenere alta la «sensibilità politica» della banca verso il territorio.
Quest’ultimo aspetto è molto importante per le grandi Fondazioni azioniste, inizialmente perplesse sull’impianto del cosiddetto «Bancone» con cui Profumo si propone di avvicinare il supergruppo ai suoi 10 milioni di clienti. I dubbi sembrano comunque ormai essere stati superati: il comitato strategico «è andato bene - assicura chi ha partecipato all’incontro di ieri- sulla Banca Unica c’è unità d’intenti e un clima costruttivo».
Il riassetto, che in futuro potrebbe essere portato nei domini esteri (Germania, Austria ed Est Europa), incide in profondità su cinque controllate italiane. Unicredit Banca, Banca di Roma, Banco di Sicilia, Unicredit private banking e Unicredit corporate banking che oggi sono società indipendenti e hanno propri organi di comando, sono destinate a diventare «rami» delle tre grandi divisioni: retail, corporate e private. Con un conseguente vantaggio in termini di costi.
La Unicredit del futuro, pur superando l’impianto «S3» varato nel 2003, manterrà quindi l’assetto divisionale. Alcuni pesi interni al business saranno però rivisti: a partire dal trasloco delle piccole e medie imprese dalla divisione corporate alla banca commerciale guidata da Roberto Nicastro. La logica è rispondere al meglio alle esigenze della clientela, permettendo al Corporate di concentrarsi sulle grandi imprese: la divisione, dopo l’uscita di Gianni Coriani, che torna a Milano, è retta dal direttore generale Pier Giorgio Peluso.
Sempre ieri Unicredit ha individuato il nuovo capo del risparmio gestito al posto di Dario Frigerio: da metà gennaio a prendere le redini di Pioneer sarà Roger Yates (52 anni). Una scelta dal sapore internazionale: suddito di sua Maestà britannica, Yates ha guidato i fondi di Henderson duplicandone i risultati in pochi anni.


ll riassetto «Banca Unica», che punta anche alla semplificazione dei prodotti e dei sistemi informatici, lunedì prossimo sarà al centro di un incontro tra Profumo e i vertici sindacali, determinati a ottenere garanzie sui livelli occupazionali e sulla mobilità dei dipendenti. Martedì poi ci sarà il cda per il via libera formale. L’impianto completo sarà invece analizzato entro marzo così da diventare operativo nel 2010.

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