Unicredit salva i Ligresti

Piazza Cordusio sostiene l’aumento Fonsai di cui avrà il 6,6%. Ci sarà un patto parasociale e un "premio" per la banca Ma il costruttore lascia il consiglio dell’istituto di credito. La Milano (-8% in Borsa) pulisce il bilancio e perde 668 milioni

Unicredit salva i Ligresti

Unicredit puntella «casa Ligresti» facendosi carico dell’aumento di capitale Fonsai e il costruttore di Paternò lascia il cda della banca. Il piano di salvataggio, ufficializzato dopo il via libera dei consigli di Piazza Cordusio e di Premafin, prevede di iniettare 450 milioni nelle casse della compagnia, così da riportarne il margine di solvibilità in zona di sicurezza. Al termine del riassetto Unicredit diventerà grande azionista di Fonsai con il 6,6% a fronte di un esborso di 170 milioni, necessari a sottoscrivere l’aumento e a comprare i relativi diritti dalla holding dei Ligresti, che a sua volta reinvestirà per mantenersi sopra il 35%. In cambio dell’aiuto Piazza Cordusio ottiene però ampi poteri di governance grazie a un patto parasociale triennale, che pur garantendo a Premafin «l’influenza dominante», assegna alla banca tre consiglieri: due saranno in comitato esecutivo, il terzo presiederà i comitati interni che prevedono la presenza di «indipendenti». L’istituto di Federico Ghizzoni riceverà inoltre un «premio» legato al valore di Borsa di Fonsai nel 2016 e avrà il diritto a co-vendere il proprio pacchetto nel caso Premafin ceda almeno il 10% della controllata.
Dopo la rottura con i francesi di Groupama, oggi dovrebbe poi essere ufficializzato l’aumento di Milano Assicurazioni per 300 milioni. La banca assicurerà inoltre alla famiglia 35 milioni per gli impegni a monte di Sinergia. La severa pulizia di bilancio intrapresa dall’ad Emanuele Erbetta ha però indotto gli analisti a rifare i conti in tasca ai Ligresti. Soprattutto dopo che Milano (-8% in Borsa), schiacciata dalle svalutazioni, ha visto sprofondare a 668,7 milioni la perdita del 2010 pur a fronte di una raccolta premi stabile (+0,5% a 3,3 miliardi). Il timore, vista la debolezza del combined ratio (l’indicatore ora al 114,8% doveva restare sotto 100 perché la gestione tecnica fosse profittevole), è che si tratti di una mossa tardiva, malgrado questa volta Milano abbia anche rafforzato le riserve e svalutato i propri pacchetti di Fonsai, Generali e in Unicredit per 380 milioni. Con ogni probabilità lo stesso farà oggi Fonsai (-2,1%) per cui si prevede un rosso attorno a 900 milioni. Ma a far storcere il naso nelle sale operative è stato soprattutto l’atteso aumento di capitale della Milano. L’operazione è stata letta da alcuni analisti come contraria agli interessi degli azionisti di minoranza e a tutto vantaggio di Fonsai visto che la normativa permetterà alla controllante di beneficiarne in termini di solvency. Probabile poi l’arrivo di un direttore finanziario, forse Claudio de Conto. Il riassetto è stato approvato all’unanimità dal vertice di Unicredit; dove si è però consumato l’addio di Salvatore Ligresti: la metamorfosi di Piazza Cordusio a grande socio di Fonsai complica infatti ulteriormente gli intrecci tra i due gruppi e Mediobanca (esposta verso i Ligresti per un miliardo).

Per lo stesso motivo, su pressione Consob, Fabrizio Palenzona, Dieter Rampl e Carlo Pesenti non hanno partecipato ai lavori. Dopo cinque ore di riunione, il cda ha poi approvato il bilancio 2010 di Unicredit che Ghizzoni presenterà questa mattina a Londra.

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