Roma - Le parole pronunciate ieri dal presidente della Camera Fausto Bertinotti in merito alle intercettazioni sulla vicenda Unipol-Bnl "sono sgradevoli" secondo il segretario dei Ds Piero Fassino. Il leader della Quercia ribadisce che il partito non ha "alcuna obiezione" a che il parlamento accolga le richiesta del pm Clementina Forleo, ma aggiunge: "Non fa parte della nostra storia ricorrere a privilegi. Trovo sgradevole che il presidente della Camera abbia usato espressioni che fanno ritenere che ci sia qualcuno tra noi che richiede privilegi".
"Reagiremo colpo su colpo" I Ds reagiranno "colpo su colpo" al "tentativo di denigrazione morale e politica tenuta in piedi da più di due anni, da una campagna di stampa di delegittimazione". Nel giorno in cui la Giunta per le autorizzazione della Camera riceve le ordinanze del Gip di Milano sul caso Unipol, il segretario dei Ds, Piero Fassino, contrattacca su quella che ritiene "un’aggressione", chiama in causa il direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli, citando un carteggio tra Luigi Eiunaudi e Luigi Albertini datato 25 settembre 1916 e sottolinea che "qualcuno, pensando che il Pd avesse liquidato la sinistra ed essendosi accorto che non è così, usa la magistratura per aggredirci".
"Non staremo zitti - dice Fassino parlando ai segretari di federazione della Quercia - a ogni
aggressione reagiremo colpo su colpo per tutelare la dignità del nostro partito". "Le famose telefonate intercettate - aggiunge - sono state pubblicate una quantità di volte
che nessun diritto di cronaca e di informazione giustificava, se non per tenere in piedi una
campagna di aggressione ad una parte del sistema politico e della classe dirigente del
nostro partito": lo si è fatto segnatamente nei confronti dei Ds - ha continuato - perché c’è
qualcuno che pensava che il Pd rappresentasse la liquidazione della sinistra. E siccome si
accorge che non è così pensa di utilizzare l’iniziativa della magistratura per portare un
attacco al gruppo dirigente dei Ds: questo - sottolinea fassino - è inaccettabile".
Bertinotti: "Le mie parole non offendono nessuno" "Quello che ho detto è stato generalmente interpretato come un atto di sensibilità del parlamento necessario nei confronti della magistratura, come lo è reciprocamente. Non coinvolge minimamente alcuno". Così il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, risponde a Fassino. "Sulle persone - ha proseguito Bertinotti - c’è stata una mia dichiarazione precisa che distingueva le persone dalla questione del rapporto tra parlamento e magistratura. Chiunque può averle sentite ma non voglio fare polemiche".
"Disdicevole alimentare polemiche" "Ciò che ho detto ieri - sottolinea Bertinotti - è molto preciso ed è stato quasi unanimemente interpretato nel modo corretto. Noi tutto possiamo permetterci, tranne che uno scontro istituzionale.
Come la magistratura deve avere rispetto per il Parlamento, a sua volta il parlamento deve avere un atteggiamento dialogante". Bertinotti conclude: "Trovo disdicevole che si alimenti qualunque polemica. Questo è il tempo della pace fra le istituzioni".
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