Economia

Unipol diventa una holding e lancia un'Opa su Aurora

L’offerta tra gennaio e marzo. L’esborso massimo sarà di 751 milioni. Allo studio l’acquisto del 15% di Unipol Banca

da Milano

Unipol razionalizza la struttura societaria e trova un impiego per parte del capitale in eccesso. La compagnia assicurativa bolognese ha annunciato che rileverà le quote non in suo possesso della controllata Aurora (oggi ha il 66,66%). Successivamente l’attuale capogruppo cambierà nome in Unipol gruppo finanziario e creerà due nuove società a cui verranno trasferite le attività assicurative di Unipol e Aurora. Il risultato sarà una struttura formata da una holding di partecipazioni e servizi (Unipol gruppo finanziario, appunto) che rimarrà quotata e controllerà le società operative. Tra di esse c’è anche Unipol banca, per la quale è allo studio l’acquisizione delle quote di minoranza (circa il 15%, in mano a Finsoe e Holmo, controllanti di Unipol, e alla Coop Estense). Questa operazione, ha detto in una conference call con gli analisti il direttore generale della compagnia Carlo Cimbri, sarà valutata a partire dal mese di gennaio.
Il ridisegno del business era uno dei pilastri del piano industriale presentato dall’ad del gruppo Carlo Salvatori nel mese di settembre. Tra gli obiettivi quello di migliorare «l’efficacia di indirizzo e controllo», presidiare meglio costi e rischi, chiarire funzioni e responsabilità di governance.
Agli azionisti di Unipol, visto il cambiamento dello statuto sociale, sarà offerto il diritto di recesso a un prezzo che oggi sarebbe di 2,57 euro per le ordinarie e di 2,39 per le privilegio (non lontani dalle quotazioni attuali; ieri le ordinarie hanno guadagnato lo 0,50% a 2,71 euro). Il prezzo proposto per l’Opa di Aurora (si svolgerà tra gennaio e marzo) sarà invece di 2,45 euro ad azione; in alternativa sarà offerto il concambio in azioni Unipol. Se tutti i soci di minoranza accettassero l’offerta cash l’esborso per via Stalingrado sarebbe di 751 milioni. Cimbri ha detto di non avere indicazioni sulle intenzioni (soldi o concambio) delle coop socie di Aurora. La compagnia è frutto della campagna di acquisizioni condotta dal gruppo a partire dalla fine degli anni Novanta e culminata con l’acquisto di Winterthur Italia. Il 6% circa del capitale è in mano ad azionisti residuali della ex Meie, che era quotata.

Circa il 27% del capitale è in mano Finsoe a due società di gruppi cooperativi, Ariete e Kora, che avevano acquisito le quote ai tempi della scalata a Bnl, per sostenere finanziariamente le ambizioni di Giovanni Consorte.

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