Roma - Il Consiglio dei ministri ha
approvato le linee guida per l’università e anche il decreto legge
con disposizioni urgenti per il diritto allo studio, il reclutamento
del personale e l’efficienza del sistema universitario. "Chi difende lo status quo può non
condividere questo provvedimento che punta a introdurre la
meritocrazia nella ricerca - avverte il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini - si tratta di provvedimenti
francamente difficilmente criticabili".
Il confronto con gli accademici Le linee guida sull’università illustrate dal ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, in Consiglio dei ministri saranno ora oggetto di confronto con il mondo accademico e in Parlamento. "Le linee guida sono un documento programmatico di legislatura - ha spiegato la Gelmini - che offriamo al dibattito con il mondo accademico e che sarà oggetto di discussione nelle commissioni competenti e nelle Aule parlamentari". Quindi precisa: "Facciamo un appello a chi vuole dare un contributo, perchè c’è tutto il tempo necessario per una riforma condivisa. Non vogliamo tornare alla concertazione, ma vogliamo un confronto che è assunzione di responsabilità". Sul percorso parlamentare del decreto legge, la Gelmini si dice "tranquilla" dal momento che ha avuto un confronto con il mondo dell’università da cui è emersa "la necessità di un forte cambiamento da parte della stragrande maggioranza dei rettori, dei professori e dei ricercatori".
Concorsi non bloccati A riprova di questa ferma volontà al confronto il ministro fa sapere che "non ci sarà il
blocco dei concorsi già banditi". Sono 1.800 per 3.700 idoneità da
professore e 320 posti da ricercatore. "Cambierà, però, il
meccanismo per la composizione delle commissioni di
valutazione, dettato dal sorteggio - spiega la Gelmini - questa è
la motivazione del ricorso alla decretazione d’urgenza". La Gelmini spiega che "il decreto
interviene in via transitoria su concorsi per ricercatori e
professori: abbiamo pensato a questo meccanismo perchè vogliamo
introdurre un forte segno di discontinuità: al posto di 5 persone
ne eleggeremo 12 e dentro a queste ne sorteggeremo 4".
Per il ministro è un "elemento di assoluta trasparenza anche
rispettoso dell’università: i concorsi non saranno posticipati di
molto ed entro la fine di gennaio le commissioni saranno composte
con le nuove modalità. Non c’è nessun blocco e nessun rinvio, è
solo un leggero spostamento di qualche settimana per consentire - continua - la formazione della commissione con il nuovo
metodo".
Fondi per le borse di studio Il decreto legge presentato dal Consiglio dei ministri annovera tutta "una serie di misure urgenti su diritto allo studio, valorizzazione del merito, ricambio generazionale dentro l’università e riqualificazione della spesa". La Gelmini precisa che il decreto - "un piccolo provvedimento, di tre articoli più un quarto di copertura" - "non è la riforma dell’università". Il decreto prevede, tra l’altro, di destinare 135 milioni a borse di studio per "ragazzi meritevoli e capaci", per un totale di 180mila studenti. Il provvedimento punta, inoltre, all’assunzione di due o tre ricercatori per ogni docente in pensione, introduce "penalizzazioni per le università non virtuose".
Fondi su base meritocratica Per la prima volta 500 milioni del Fondo di finanziamento ordinario delle Università saranno allocati "in maniera meritocratica, sulla base della valutazione scientifica e della qualità della ricerca". "Vogliamo rendere più efficace l’utilizzo delle risorse nelle università. Per la prima volta - ha detto il ministro - andremo a stanziare 500 milioni, cioè circa il 7% del fondo ordinario di finanziamento delle Università da 7 miliardi e mezzo, in maniera meritocratica, sulla base della valutazione scientifica e della qualità della ricerca. È un segnale importante: dimostra che possiamo spendere meglio e puntare sulla qualità della ricerca, utilizzando parametri già a disposizione con il sistema di valutazione del Civr". L’obiettivo è "evitare la distribuzione a pioggia delle risorse e incentivare le Università a migliorare la ricerca".
Restano i tagli in Finanziaria I tagli previsti per il 2010, nella manovra economica varata la scorsa estate, "rimangono" ma "abbiamo davanti un anno per cominciare un percorso di riforma che possa rendere quel taglio meno doloroso". Per il ministro, procedere alla "razionalizzazione dei corsi, all’eliminazione dei corsi con un solo studente, alla diminuzione delle sedi decentrate" farà "realizzare risparmi che renderanno quel taglio meno doloroso".
Il rettore della Sapienza di Roma: soddisfatti "Prendo atto con grande soddisfazione del provvedimento presentato dal ministro dell’Istruzione, università e ricerca che risponde largamente alle aspettative che io stesso avevo posto come problema politico urgente: maggiore trasparenza e certezza sui concorsi, sblocco del turnover per le università e gli enti di ricerca, provvedimenti per gli studenti meritevoli, borse di studio per i giovani, fondi per l’edilizia universitaria, misure per le università caratterizzate da attività didattiche e di ricerca di alto livello, con la destinazione di stanziamenti significativi". Lo afferma, in una nota, il Rettore dell’Università La Sapienza di Roma Luigi Frati.
"Ci attendiamo adesso che - ha aggiunto - si prosegua con chiarezza sulla via della riforma, ad esempio introducendo norme premiali che consentano di valorizzare chi si impegna di più nella ricerca e nell’attività didattica".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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