Il governo Berlusconi consegna all’anno nuovo due riforme fondamentali per la società libera e per la crescita economica e sociale, che comportano lo smantellamento del sistema corporativo: la riforma universitaria, effettuata mediante la legge Gelmini, che pone termine al modello che si è stratificato dal 1968 in poi, e l’accordo aziendale di Torino-Mirafiori, con ruolo determinante del governo, che segna per Fiat la fine della concertazione sotto il dominio della Cgil, inaugurata con l’accordo del 23 luglio 1993, fra sindacati unitari e Confindustria.
Le due riforme, non a caso, hanno avuto un’ostilità accanita, anche con episodi di violenza, da parte della sinistra ex post comunista, in quanto fanno cadere due bastioni della sua egemonia: quello culturale nelle università e quello dell’unità sindacale a guida Cgil nelle fabbriche. Nel 1906 a Torino s i concluse, presso la neonata Lega industriale torinese, il primo Contratto collettivo d i lavoro tra l a fabbrica d i auto Itala e l a Fiom, i l sindacato nazionale metallurgico.
Il modello storico a cui Sergio Marchionne s’ispir a non è quello di Detroit, ma quello del sindacato riformista di allora, che Luigi Einaudi elogiava. Con l’accordo attuale di Mirafiori, Fiat Auto è fuori dalla Confindustria, perché esso è incompatibile con il protocollo del 1993, i n tre aspetti. I l primo è che secondo tale protocollo i contatti aziendali sono possibili solo nella misura in cui questi li prevedono, sicché tutte le deroghe non previste sono vietate. Il contratto di Mirafiori attua una rivoluzione copernicana, perché esso prevale sugli accordi nazionali confederali, com e il protocollo del 1993. Il secondo punto riguard a l a deroga specifica del contratto di Mirafiori al protocollo del 1993 che d à più fastidio alla Cgil. Secondo tale protocollo, le organizzazioni sindacali che non firmano il contratto aziendale possono fare parte della rappresentanza aziendale sindacale, competente per l’applicazione d i detto contratto, purché raccolgano almeno il 5% di firme fra i lavoratori dell’azienda. Invece, secondo l’accord o d i Mirafiori, i l sindacato che non firma il contratto aziendale non può fare parte della rappresentanza che vigila, con i l datore di lavoro, sulla sua corretta applicazione. Può rappresentare i lavoratori solo per i loro diritti, stabiliti dallo statuto dei lavoratori, ma non per il contratto, cui non ha aderito. La Cgil, che non ha firmato l’accordo d i Mirafiori, non avrà titol o a discuterne l’applicazione.
Nel mondo dei liberi contratti, chi l i firma, li discute anche in seguito. Chi sta fuori alla firma, è fuori anche dopo. I l terzo principio è che i l contratto Mirafiori pone al primo posto la produttività nell’azienda.
La politica dei redditi, adesso, è u n fatto che riguarda chi lavora nell’azienda e chi la dirige e ci investe, non l e burocrazie nazionali del sindacat o degli industriali. Il governo interviene solo «lasciando fare» e premiand o questo lasciar fare con la riduzione fiscale per il «salario d i produttività». Anche nell’università c’è una rivoluzione copernicana, riassumibile in tre punti. I rettori saranno eleggibili solo per una volta. Cade così l’enorme potere corporativo della conferenza nazionale dei rettori (in gran parte di matrice rossa) che, eletti più volte, erano sino a ora un blocco omogeneo, con u n potere superiore a quello del governo e dei singoli dipartimenti universitari.
Inoltre, l’articolazione d i base delle università non è più costituita dalle facolt à e dai singoli istituti controllati d a u n professorepadreterno, m a dai dipartimenti, omogenei per materia e con u n minimo d i 7 5 e u n massimo d i 125 membri(le due cifre sono indicative), cosicché l e facoltà d i medicina non saranno dotate di potere sovrano nella elezione dei rettori, i n quanto non saranno un blocco unico, m a s i articoleranno i n tanti dipartimenti, ciascuno eguale a ciascun altro. Secondo punto. Per fare u n corso d i laurea, una facoltà universitaria, una sede distaccata, ci vorrà un numero adeguato di studenti, sicchénonci saranno più corsi e sedi fantasma, con spreco di d ocenti e aule. Terzo, i ricercatori sono anche docenti e non solo ricercatori e docenti: dovranno fare un numero annuo adeguato di lezioni e saranno selezionati e promossi per merito.
Questo terzo punto non è di facile attuazione, com e non sarà facile, dopo
l’accordo di Mirafiori, renderlo realmente effettivo, perché l’opposizion e c i sarà ancora. I l corporativismo è una Idra a cent o teste. M a i l 2010 h a posto sul viale del tramonto duesuoi capisaldi di inefficienza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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