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Università, ok alla riforma Approvata dal Senato: merito e tagli agli sprechi

Palazzo Madama approva la riforma degli atenei contenuta nel ddl Gelmini. Soddisfazione del ministro: "Recupereremo parte delle risorse tagliate". Cosa cambia: tetto al numero delle facoltà, chiusura degli atenei con i conti in rosso, limite al mandato per i rettori

Università, ok alla riforma 
Approvata dal Senato: 
merito e tagli agli sprechi

Roma - Via libera del Senato al ddl Gelmini che riforma l'uiniversità. L’aula di Palazzo Madama ha dato l’ok al provvedimento 152 con voti favorevoli, 94 contrari e un astenuto. Hanno votato sì anche i senatori di Alleanza per l’Italia. Secondo Francesco Rutelli, infatti, "la riforma dell’università rappresenta una pagina positiva dell’attività del Senato con indubbi profili riformatori". Molto critica l'Idv con il senatore Francesco Pardi che ha parlato di un progetto "non di riforma, ma di implosione delle strutture universitarie". Contraria anche l’Udc. "Il testo è solo l’apprezzabile tentativo di incidere sul sistema dell’alta formazione - ha spiegato il capogruppo centrista, Gianpiero D’Alia - attraverso una serie di 'vorrei ma non posso' per l’assenza di risorse e per la impossibilità di abbattere le forti resistenze interne al mondo sindacale e baronale dell’università". Per Luigi Zanda, vicecapogruppo del Pd a Palazzo Madama, è "presuntuoso chiamare questa una riforma dell’università" che "impedisce a un’intera generazione di partecipare alla ricerca universitaria e mette il paese a margini della sfida internazionale".

Soddisfatta la maggioranza Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo del Pdl in Senato, ha definito il ddl una riforma "importante": "Il provvedimento marca nel suo intento una profonda differenza con le caotiche riforme degli ultimi decenni. È una svolta: razionalizza il sistema eliminando i troppi sprechi che hanno portato allo sfascio i bilanci di molti atenei e avvia un percorso virtuoso per un diverso impiego delle risorse". Ora il testo passa alla Camera.

Sorride la Gelmini Soddisfatto il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, che ha promesso il recupero di parte delle risorse tagliate (ben 1 miliardo e 300 milioni) "indispensabili per il buon funzionamento dell’università", assicurando in particolare 40 milioni di euro per ripristinare gli scatti stipendiali meritocratici. "Si tratta di un evento epocale che rivoluziona i nostri atenei e che permette all'Italia di tornare a sperare" commenta in una nota. "L'università - sottolinea Gelmini - sarà più meritocratica, trasparente, competitiva e internazionale. Il ddl segna la fine delle vecchie logiche corporative: sarà premiato solo chi se lo merita. L'approvazione di questo provvedimento costituisce la base per il rilancio del sistema universitario italiano, finalmente si potrà competere con le grandi realtà internazionali". Il ministro considera "importante che una parte dell'opposizione, come Rutelli e l'Api, abbia votato a favore del provvedimento. Questa è la dimostrazione che, sui grandi temi del riformismo, maggioranza e opposizione possono lavorare insieme per modernizzare il Paese".

Le novità In pratica cosa cambia? Il ddl prevede nuove regole per il reclutamento di professori e ricercatori; massimo di due mandati (per un totale di 8 anni) per i rettori che, se inadeguati, potranno essere sfiduciati dal Senato accademico; un fondo per premiare gli studenti meritevoli (anche questo in attesa delle risorse); netta distinzione tra Senato accademico e Consiglio di amministrazione.

CODICE ETICO PER ATENEI Dovrà essere adottato entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge e dovrà individuare «in modo puntuale i casi di incompatibilità e di conflitto di interesse e predisporre opportune misure per evitarli». La misura è stata decisa con l’obiettivo di combattere «lobby e nepotismo» e dar la possibilità di poter svolgere una carriera universitaria in base al reale merito.

I BILANCI DEGLI ATENEI I bilanci dovranno essere trasparenti e pubblicati on line. Annualmente il rettore presenterà al cda e al Senato accademico «una relazione concernente i risultati dell’attività di ricerca» nonchè «i finanziamenti ottenuti da soggetti pubblici e privati». La relazione sarà poi pubblicata sul sito dell’Ateneo. Se il rettore non ottempererà ai suoi obblighi, rischia delle penalità nella ripartizione delle risorse. È previsto il blocco delle assunzioni per le università che chiudono i bilanci annuali in rosso. Per gli atenei poco virtuosi, inoltre, esclusione dalla ripartizione dei fondi relativi agli anni 2008-2009. Non solo: le università che spendono più del 90 per cento dei finanziamenti statali (Fondo di Finanziamento Ordinario) in stipendi non potranno bandire concorsi per docenti, ricercatori o personale amministrativo. Spiraglio, e parziale deroga al blocco, per gli atenei che chiudono in pareggio o risparmiano: «Possono procedere ad assunzioni di personale nel limite di un contingente corrispondente ad una spesa pari al cinquanta per cento di quella relativa al personale a tempo indeterminato complessivamente cessato dal servizio nell’anno precedente». Inoltre, tale somma «per una quota non inferiore al 60 per cento» va destinata all’assunzione di nuovi ricercatori. I bandi di concorso per posti da ricercatore già banditi sono esclusi dal turn over (si tratta di 2.300 ricercatori). Esclusi anche gli enti di ricerca (secondo il ministero, in totale verranno assunti 4.000 ricercatori). Grazie a un emendamento del relatore approvato in aula, gli atenei che conseguono la «stabilità e la sostenibilità del bilancio, nonchè risultati di elevato livello nel campo della didattica e della ricerca», possono «sperimentare propri modelli organizzativi e funzionali».

GRADUATORIE UNIVERSITÀ Cambiano i parametri di riferimento su cui il ministero si basa per stabilire la graduatoria dei migliori atenei: ci sarà la qualità dell’offerta formativa e i risultati dei processi formativi; la qualità della ricerca scientifica; la qualità, l’efficacia e l’efficienza delle sedi didattiche. Arriva l’Anvur, la nuova Agenzia di valutazione del sistema universitario e di ricerca valuta la qualità e l’efficienza degli atenei e degli enti di ricerca. Le rilevazioni prodotte saranno determinanti per distribuire una parte del Fondo di finanziamento ordinario alle università ed agli enti di ricerca che raggiungeranno i risultati migliori. Il presidente e il Comitato di selezione che individuerà i membri del Consiglio direttivo dell’Anvur sono nominati dal presidente della Repubblica. Il meccanismo di nomina è così congegnato per rendere l’Agenzia più autonoma e indipendente.

CDA E SENATO ACCADEMICO Saranno distinti: i componenti del consiglio di amministrazione degli atenei, escluso il rettore, avranno il divieto di «ricoprire altre cariche accademiche e essere componenti di altri organi dell’università a eccezione del consiglio di dipartimento». Durante il mandato non potranno «rivestire alcun incarico politico o far parte del consiglio di amministrazione di altre università». I membri del Cda e del Senato accademico potranno rimanere in carica per un massimo di quattro anni, non rinnovabili.

MANDATO DEI RETTORI I rettori possono essere scelti tra i professori ordinari delle università italiane «in possesso di comprovata competenza ed esperienza di gestione, anche a livello internazionale, nel settore universitario o delle istituzioni culturali». La carica di rettore potrà durare al massimo due mandati di quattro anni o sei anni in caso di mandato unico. La manovra serve a evitare i casi di incarichi «a vita».

RECLUTAMENTO DOCENTI Per il reclutamento dei professori universitari, le commissioni che giudicano gli aspiranti docenti di I e II fascia sono composte da quattro professori sorteggiati da un elenco di commissari, eletti a loro volta da una lista di ordinari del settore scientifico disciplinare oggetto del bando e da un solo professore ordinario nominato dalla facoltà che ha richiesto il bando. Per il reclutamento dei ricercatori le commissioni che giudicheranno i candidati al concorso sono composte da un professore associato nominato dalla facoltà che richiede il bando e da due professori ordinari sorteggiati da una lista di commissari eletti tra i professori appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando. La valutazione dei candidati avviene secondo parametri riconosciuti anche in ambito internazionale.

RIENTRO DEI CERVELLI Per favorire il rientro dei cervelli dall’estero sarà data la possibilità alle Università di chiamare in modo diretto i professori famosi. Gli atenei potranno procedere alla copertura di posti di professore ordinario mediante chiamata diretta di studiosi di «chiara fama», in possesso di uno dei seguenti requisiti: «occupare da almeno un triennio analoga posizione in una università straniera; essere stati insigniti di alti riconoscimenti scientifici in ambito internazionale; aver ricoperto per almeno un triennio incarichi direttivi in qualificati istituti di ricerca».

PUBBLICAZIONI DOCENTI E RICERCATORI I due terzi del fondo ordinario saranno assegnati in base alla qualità della ricerca e un terzo in base alla qualità della didattica. Per chi non si adeguerà, limitandosi a svolgere didattica ed esami, scatterà il dimezzamento dello scatto biennale di stipendio e l’impossibilità di accedere a livelli di docenza superiori.

RAZIONALIZZAZIONI CORSI DI LAUREA La razionalizzazione dei corsi di laurea avviene attraverso una definizione di più elevati requisiti di docenza per attivare i corsi di studio, al fine di ridurne la proliferazione; disattivazione obbligatoria dei corsi di studio con basso numero di studenti; limite alla proliferazione degli insegnamenti, attraverso l’individuazione del carico massimo di docenza che ciascun Ateneo è complessivamente in grado di erogare; limite alla frammentazione degli insegnamenti attraverso definizione del numero minimo di crediti (6) per esame; eliminazione degli ostacoli di natura organizzativa e formale alla mobilità degli studenti, determinati da una eccessiva eterogeneità dei regolamenti didattici degli Atenei; potenziamento dell’efficacia della valutazione interna, prevedendo una composizione dei Nuclei di valutazione d’Ateneo a maggioranza esterna; limitazione del numero di crediti extrauniversitari che ogni Ateneo può riconoscere.

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